Pescara. Un ‘corto circuito’ potrebbe essere stata la causa della morte di Piermario Morosini, il centrocampista del Livorno stroncato da un malore sul campo dello stadio Adriatico. Un’area cicatriziale scoperta nel ventricolo sinistro del cuore dagli approfondimenti sull’autopsia alimentano l’ipotesi di una miocardite.
Se in primo momento l’anatomopatologo incaricato di accertare le cause della morte di Piermario Morosini aveva escluso infarto o ictus, ulteriori analisi rivelano la presenza di un’area cicatriziale nella zona ventricolare sinistra del cuore del mediano 25enne del Livorno deceduto dopo il malore accusato sul campo dell’Adriatico durante l’incontro della squadra Amaranto con il Pescara di Zeman dello scorso 14 aprile.
L’ipotesi che diventa sempre più probabile, quindi, è quella che ad uccidere Morosini sia stata una miocardite, una specie di corto circuito nel sistema elettrico che fa funzionare il cuore. In questi caso, come ha spiegato l’anatomopatologo dell’Università di Chieti Domenico Angelucci, la corrente elettrica del cuore può subire un’interruzione in presenza di un’infezione. Resterebbe, però, da appurare quando e in che modo il calciatore avrebbe potuto contrarre quest’infezione, che viene comunque facilmente ricondotta ad una patologia congenita; già il padre fu stroncato alcuni anni fa da un infarto. Per ogni ulteriore conferma occorrerà ancora molto tempo, fino all’esito degli esami istologici effettuati sui campioni prelevati dal corpo di Morosini.
Daniele Galli