La Guardia di Finanza sequestra beni per oltre un milione a una ditta edile de L’Aquila coinvolta in fallimento, scoprendo manovre fraudolente
L’inchiesta finanziaria si stringe attorno a un’impresa edile aquilana, con un sequestro che tocca la soglia del milione di euro. Sotto la lente della Guardia di Finanza, il patrimonio di una ditta de L’Aquila, già attenzionata da una procedura concorsuale per fallimento. Nel registro degli indagati, due nomi.

L’operazione delle Fiamme Gialle, orchestrata su input del giudice per le indagini preliminari, è il punto d’arrivo di un’attività investigativa partita nell’autunno del 2023. Gli accertamenti degli inquirenti tratteggiano una manovra, attribuita ai due indagati, volta a prosciugare le casse della società, spingendola verso l’incapacità di far fronte ai debiti.
Il sequestro preventivo, scattato in base all’articolo 321 del codice di rito penale, punta dritto alla confisca di quei beni che, secondo l’accusa, sarebbero ancora nella loro disponibilità.
Nel dettaglio, il provvedimento ha bloccato un pacchetto immobiliare niente male: cinque fabbricati, cinque terreni e una somma di denaro contante che, messa insieme, supera il milione. Un patrimonio ora sotto la custodia della giustizia, in attesa di capire quale sarà il suo destino finale.
Blitz della Guardia di Finanza, indagini in fase di accertamento
Dalla sede della Guardia di Finanza fanno sapere che questa operazione è un segnale chiaro della loro costante attenzione verso le zone grigie delle crisi aziendali e delle insolvenze.

Un lavoro di squadra, portato avanti in sintonia con la magistratura locale, per far luce su eventuali comportamenti scorretti e tutelare chi da questi potrebbe aver subito un danno economico.
Va ricordato, però, che siamo ancora nella fase iniziale delle indagini. Questo significa che le accuse devono ancora trovare una conferma definitiva in un processo. Tuttavia, la quantità di beni sequestrati e la natura dei reati ipotizzati lasciano intendere che la vicenda è tutt’altro che banale e che la guardia su questo tipo di operazioni deve rimanere alta.
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Perché quando un’azienda affonda, c’è sempre chi cerca di tirare a riva la propria barca, spesso a discapito degli altri. Figuriamoci se qualcuno poi decide di farlo volutamente, per eludere controlli e spese. E la Finanza, in questo caso, ha messo un freno a una di queste manovre.