L’Aquila, 150 impiegati delle cooperative Asl1 rischiano il lavoro: la Regione blocca le gare. Ira dei sindacati contro tagli e precarietà
Aria di tempesta sulla Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Ben 150 impiegati delle cooperative che operano all’interno dell’azienda sanitaria locale rischiano seriamente il posto di lavoro. La notizia, appresa con sconcerto dai sindacati, ha scatenato un’ondata di indignazione. La parola d’ordine è chiara: la riduzione della spesa non può e non deve scaricarsi sui lavoratori, soprattutto su chi da anni, alcuni come ex LSU, garantisce servizi essenziali alla comunità.

La FP CGIL non usa mezzi termini. In una nota al vetriolo, denuncia di aver appreso, direttamente dagli uffici della Asl e della Regione Abruzzo, di una direttiva regionale che imporrebbe all’azienda sanitaria la sospensione delle procedure di gara per l’affidamento dei servizi di supporto amministrativo. Un settore, questo, esternalizzato da oltre un decennio e che vede impiegate circa 150 persone, molte delle quali con un’anzianità di servizio che supera i vent’anni. Un patrimonio di competenze ed esperienze che rischia di andare disperso.
Se le indiscrezioni – definite “informali” ma che suonano come un macigno – dovessero trovare conferma, lo scenario che si prospetterebbe sarebbe a dir poco drammatico. Una drastica contrazione occupazionale con la conseguente compromissione di servizi fondamentali per i cittadini, fino al potenziale blocco delle attività all’interno della Asl1. Un paradosso ancora più stridente se si considera il recente aumento delle aliquote Irpef deliberato dalla Regione Abruzzo.
Il ragionamento del sindacato è lapidario: da un lato si chiede ai cittadini di pagare più tasse, dall’altro si depotenziano i servizi all’utenza attraverso la sospensione di una gara che potrebbe tradursi nella perdita di 150 posti di lavoro, senza tenere in minima considerazione l’esperienza acquisita da questi lavoratori e la reale necessità di personale all’interno della Asl.
La replica durissima dei sindacati
Una necessità, quest’ultima, certificata dallo stesso piano dei fabbisogni del personale approvato dalla Regione, tanto che sono in corso le procedure concorsuali per l’assunzione di personale amministrativo. La FP CGIL ricorda, non a caso, che l’ultimo concorso per assistenti amministrativi risale a quasi trent’anni fa e che la presenza di queste figure professionali è oggi più che mai urgente.

Il “NO” della FP CGIL è unanime e deciso. L’obiettivo di contenimento della spesa, imposto dalla Regione ai direttori generali delle Asl, non può e non deve penalizzare i lavoratori né determinare la riduzione di servizi pubblici essenziali, garantiti dalla Costituzione e già oggi in affanno a causa della cronica carenza di personale, dei tagli alle risorse, della mancanza di investimenti e di una gestione inadeguata che sta portando al collasso la sanità pubblica provinciale.
Il sindacato ritiene “inaccettabile qualsivoglia azione che aggraverà ancora di più le condizioni dei livelli occupazionali, dei livelli quali-quantitativi delle prestazioni sanitarie, e le condizioni di lavoro a cui è costretto tutto il personale“. Per questo motivo, la FP CGIL chiede un confronto istituzionale urgente con la Asl e la Regione Abruzzo per trovare una soluzione positiva alla vertenza, annunciando fin da ora che, in mancanza di risposte concrete, si attiverà con ogni mezzo di lotta e protesta per la difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini e per la tutela del diritto costituzionale alla salute.
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Sulla stessa linea si schiera Sinistra Italiana L’Aquila, esprimendo piena solidarietà ai lavoratori delle cooperative, circa 150 persone che vedono il loro futuro lavorativo appeso a un filo. Figure definite “fondamentali” per il funzionamento quotidiano degli ospedali e della sanità territoriale, che garantiscono servizi essenziali per l’intera comunità. Il partito politico punta il dito contro la Regione Abruzzo, accusandola di disperdere risorse in operazioni clientelari a fronte di un mancato investimento nella sanità pubblica, nonostante l’aumento delle imposte regionali.