Allarme rosso a Lanciano: la dismissione dello stabilimento minaccia 135 lavoratori. L’Udc chiede subito a Regione e Governo un intervento per salvare i posti
Un’altra tegola, un’altra doccia fredda che gela il sangue: il futuro dello stabilimento Pierburg di Lanciano è appeso a un filo, e con esso, il destino di 135 famiglie. La notizia, piovuta come un macigno, è quella della volontà del colosso Rheinmetall di dismettere il suo settore automotive.

Una decisione che, se confermata, rischia di squarciare il cuore pulsante dell’economia locale, lasciando dietro di sé una ferita profonda nel tessuto sociale di un’intera comunità, quella frentana e della Val di Sangro.
La preoccupazione, lancinante, si è fatta sentire forte e chiara dalla direzione provinciale dell’Udc Chieti. Non è un semplice allarme, ma un vero e proprio campanello per 135 posti di lavoro. Ogni lavoratore, ogni famiglia, rappresenta un pezzo di storia, un mattone nella costruzione del benessere di questo territorio. E la prospettiva di vedere tutto questo sgretolarsi, di veder spegnere i motori di uno stabilimento che è stato un faro, è inaccettabile.
Non c’è tempo per le esitazioni, per i tentennamenti. Il momento è adesso, l’azione è un imperativo. “È il momento di agire con responsabilità e determinazione per difendere il lavoro e il territorio“, si legge nella nota dell’Udc. Non è una battaglia di partito, è la lotta di un’intera comunità.
La richiesta d’aiuto e il grido d’allarme
E il grido d’allarme si trasforma in una richiesta perentoria: “Chiediamo un intervento immediato da parte della Regione Abruzzo e del Governo nazionale“. Non si può restare a guardare mentre un’eccellenza produttiva si spegne e le vite di centinaia di persone vengono messe in ginocchio.

L’appello è chiaro: attivare tutti i canali istituzionali, aprire ogni fronte di confronto necessario. L’obiettivo è uno solo, granitico: evitare i licenziamenti, come fossero una piaga da debellare, e garantire un futuro produttivo allo stabilimento Pierburg. Non è solo questione di numeri, ma di dignità. Di un pezzo d’Italia che non vuole arrendersi, che si batte per la sua identità industriale.
“Non possiamo restare in silenzio davanti a una crisi annunciata“. Questo è il monito finale, una stoccata diretta a chi ha il potere di intervenire. Il silenzio, in questi casi, è complice. E la Pierburg non è un semplice stabilimento, è un simbolo.
LEGGI ANCHE… Familiare assunto come badante: ecco quando è possibile secondo l’INPS
Un’azienda che ha dato lavoro, che ha creato ricchezza, che ha contribuito a scrivere la storia industriale di un territorio. Per questo, la sua difesa non è un’opzione, ma un dovere. La Val di Sangro e Lanciano attendono risposte. E le attendono subito.