Emergenza sul Gran Sasso, il glaciologo avverte “Dobbiamo agire”

Sul gran sasso si sta consumando una vera e propria emergenza naturalistica, con una perdita di spessore di 3 metri in 10 anni. L’allarme del glaciologo.

Il mondo è in continua evoluzione ed esperti e ambientalisti, si sperticano giorno dopo giorno per tentare di invertire la rotta o, perlomeno, di mettere sotto i riflettori quei problemi che la maggior parte dell’opinione pubblica ignora ma che sono il segno di un cambiamento repentino dell’equilibrio naturale del mondo. Un elemento su tutti è lo scioglimento dei ghiacciai.

Il Gran Sasso a rischio, parola del glaciologo
Il Gran Sasso a rischio, parola del glaciologo abruzzo.cityrumors.it

Come spiega il glaciologo Massimo Pecci, nel sistema glaciale del Calderone, Gran Sasso dal 2013 al 2022 c’è stata una perdita di oltre 3 metri di spessore. Questa riduzione di spessore si concretizza in un progressivo approfondimento delle zone centrali dei 2 glacionevati che compongono il ghiacciaio. Peci spiega che il cambiamento è dovuto alle temperature e alle precipitazioni nevose.

Le condizioni del Gran Sasso, parla il glaciologo

Nel sistema glaciale del Calderone, Gran Sasso, in più o meno 10 anni di rilevamenti, ha registrato una perdita di spessore pari a circa 3 metri. Un numero decisamente preoccupante, come riportato dall’esperto glaciologo Massimo Pecci che ha riferito di come questa riduzione di spessore si concretizza in un progressivo approfondimento delle zone centrali dei 2 glacionevati che compongono il ghiacciaio.

Pecci spiega l'importanza dei ghiacciai
Pecci spiega l’importanza dei ghiacciai abruzzo.cityrumors.it

Tutto ciò porta dunque a un progressivo collasso dei nuclei dei ghiacciai che al momento, sono in uno stato d’equilibrio a dir poco precario. Peci precisa che ormai, il ghiaccio è raramente visibile perché ricoperto dal detrito, che viene fuori quando la neve di accumulo invernale fonde, nel corso dell’estate.

Il glaciologo Pecci ha anche speso delle parole per spiegare le cause di questa riduzione di spessore:“Il mutamento è legato alle temperature e alle precipitazioni nevose. A seguito di un inverno generoso di nevicate, anche una estate prolungata e calda, come è stata quella appena passata, può lasciare ancora della neve al suolo”.

Sempre Pecci, lancia un monito:“Se non si interverrà decisamente nel modificare l’immissione di gas nell’atmosfera, il ghiaccio tenderà sempre più a ridursi in volume e, quindi, in area e in spessore, per andare a occupare posizioni sempre più profonde rispetto alla radiazione solare diretta”. 

E infine lancia l’allarme:”Dobbiamo agire” dice Pecci che ricorda, con una certa urgenza, il delicato ruolo dei ghiacciai:Un ghiacciaio accumula acqua allo stato solido nel periodo in cui serve di meno per restituirla sotto forma di acqua liquida, necessaria alla vita di tutti gli ecosistemi, quando, durante la stagione calda, serve di più”.

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