Il 24 settembre scorso all’ospedale Mazzini di Teramo, per la prima volta, è stata messa in atto in emergenza una tecnica cardiochirurgica innovativa su un paziente che si era presentato al pronto soccorso con fiotti di sangue dalla bocca (emottisi).
In precedenza l’uomo era stato sottoposto, presso un altro centro, ad un intervento sull’aorta toracica discendente e, nel corso degli anni, si era verificata una progressiva dilatazione aneurismatica dell’aorta. I medici del pronto soccorso hanno subito sospettato che ci fosse una comunicazione tra l’aneurisma aortico e il polmone (fistola aorto-bronchiale); una TAC ha confermato purtoppo l’ipotesi diagnostica, mostrando uno spandimento di sangue nel parenchima polmonare.
La fistola aorto-bronchiale ha un carattere di assoluta emergenza ed è incompatibile con la sopravvivenza. I cardiochirurghi teramani sono intervenuti, dunque, in emergenza, operando il paziente mediante la cosiddetta “chirurgia ibrida”.
La chirurgia ibrida è un tipo di chirurgia che prevede la condivisione, in un unico atto terapeutico, di tecniche in parte chirurgiche e in parte percutanee che sono in grado di ridurre l’esposizione al trauma operatorio dei pazienti fisicamente più fragili e che presentano patologie associate. Questa scelta ha permesso così di evitare l’intervento tradizionale, molto rischioso e l’uso della macchina cuore-polmone.
La fase più importante di questa procedura innovativa è consistita nel “rivestire” internamente la porzione di arco aortico in rottura, mediante l’impianto di due endoprotesi inserite per via transcatetere da una arteria femorale.
Il decorso postoperatorio è stato regolare e dopo poche ore è stato possibile svegliare il paziente.
Le patologie del cuore affrontate in questa modalità sono ancora limitate in numero, ma saranno in futuro sempre più importanti.