Vinitaly, è “guerra” anche dei prezzi: +35% i costi del vino

“Anche le aziende vitivinicole abruzzesi si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che – spiega la Coldiretti Abruzzo – arrivano oggi a pesare ingentemente sui bilanci. Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali.

 

Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi.

 

Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

 

La situazione di difficoltà si evidenzia anche dall’andamento delle vendite che – rileva Coldiretti – per il 55% delle cantine italiane sono diminuite nel 2022, mentre per il 42% sono rimaste invariate e solo un 3% dichiara di averle aumentate. Gli effetti delle tensioni commerciali legate al conflitto si ripercuotono anche sull’export dove oltre quattro cantine su dieci (43%) affermano di aver ridotto le spedizioni.

 

Occorre comunque ricordare che sino ad oggi l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è addirittura diminuito dell’1,2% e dello 0,4% nei primi due mesi del 2022, per poi crescere appena dello 0,5% a marzo, in netta controtendenza con i rincari, spesso a doppia cifra, di tutti gli altri prodotti alimentari.

 

Tutelare il vino abruzzese, e ovviamente tutto il prodotto made in italy in genere, significa tutelare un elemento di traino per tutta l’economia con ripercussioni importanti a cascata anche su altri settori tra cui quello turistico – dice Coldiretti Abruzzo – tuttavia, per difenderlo, oggi più che mai è necessario contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali e programmare il futuro anche in considerazione della forte penalizzazione che ha subito il settore vitivinicolo nel primo periodo della pandemia, le cui conseguenze si fanno ancora sentire”.

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