Orso marsicano: un Rapporto che non rapporta nulla!

PREMESSA. Un “rapporto annuale” dedicato ad una specie animale dovrebbe avere come primo scopo quello di dirci quanti esemplari ne formino la popolazione, foss’anche in modo indicativo. Se poi la popolazione di questa specie vive in un’area protetta, dovrebbe almeno dirci quanti esemplari vivano nell’area, si ripete, foss’anche in modo indicativo. Un “rapporto annuale” su una specie animale che non ci dica queste due cose fondamentali perde di ogni significato, credibilità ed autorevolezza!

 
Come ogni anno il Parco Nazionale d’Abruzzo edita e distribuisce un “Rapporto Orso Marsicano” relativo all’anno precedente, ovvero, quest’anno, per il 2020. Ovviamente come ogni anno il rapporto è sempre referenziale verso le autorità ed i gestori del Parco e dell’orso: a leggere questi rapporti tutto è sempre a posto, gli orsi stanno bene, aumentano e non hanno problemi. Tutto è un successo! Peccato che la realtà non sia mai stata quella presentata! Quest’anno, addirittura a smentire quanto contenuto nelle 100 pagine del Rapporto 2020 è la sua stessa copertina, dove vi è riportata una foto involontariamente emblematica: un orso in un campo di grano; ovvero, la prova di quello che gli orsi marsicano vanno ricercando e che non trovano più nel Parco perché più nessuno semina grano o mais, neppure le autorità e nonostante l’ormai annoso – quanto annoso è il problema! – continuo invito a farlo da parte dell’AIW! Ecco, questa copertina dice più di quanto non dicano o si cerchi di far dire nel Rapporto, con cose e fatti più o meno inutili, con un effetto quasi distogliente il lettore dalle domande che da anni sorgono spontanee a chi conosce l’orso marsicano e il suo mondo: ma quanti sono, oggi e realmente, gli orsi marsicani? Quanti ne vivono ancora nello storico Parco d’Abruzzo e sue ristrette vicinanze? Perché hanno smesso di frequentare montagne e foreste e si aggirano invece nei paesi? Perché hanno assunto questo comportamento domestico se mai prima lo avevano avuto? E’ stato dimostrato, questa volta sì andrebbe fatto “scientificamente”, che le manipolazioni scientifiche degli ultimi decenni non abbiano nulla a che fare con il lento processo di assuefazione all’uomo? E’ stata dimostrata l’inoppugnabile necessità di continuare con queste manipolazioni ai fini della conservazione dell’animale e del suo habitat? La dispersione della popolazione in tutto il centro Italia, segno di una evidente “emigrazione dispersiva” ha, come contraltare, una documentata PROVA di una avvenuta crescita della popolazione nel suo nucleo originario? E’ stato dimostrato inoppugnabilmente che lo sbandamento non sia conseguenza della ricerca del cibo di provenienza umana-rurale?
Nonostante le ben 100 (diconsi cento!) pagine del Rapporto, nessuna soddisfazione è data a queste domande (caso mai, solo spiegazioni di comodo senza studi scientifici quali prova: spiegazioni che non spiegano nulla!)! Un contenuto di foto e grafici ed elaborati scientifici che sono praticamente smentiti dalla semplice, bella, foto dell’orso in copertina! Per non dire dei milioni di Euro in studi e ricerche spesi negli ultimi decenni del cui rendiconto in tanti anni non è mai stato pubblicamente diffuso alcunché, e benché nel Rapporto stesso si lodino i donatori privati: come fanno alcune note associazioni, senza poi mai dare un rendiconto sul come e se poi quei soldi sono stati spesi per il fine per cui ci si è appellati ai cittadini!
   
Il retro-copertina del rapporto, poi, che addirittura sembra quasi far trasformare l’orso marsicano nel Grizzly dello Yellowstone, almeno per chi è a conoscenza dei fatti storici! Ovvero, un manifesto sul come “Convivere con l’orso” ed una lunga serie di istruzioni per evitare incontri ravvicinati nei paesi: infatti sembra di leggere quello che negli anni ’70 del secolo scorso succedeva nel famoso e storico Parco Nazionale dello Yellowstone. Solo che in Abruzzo viene completamente ignorato quanto poi in quel parco fu fatto per risolvere il problema: chiusura di tutte le discariche di immondizie e divieto severo ai turisti di alimentare gli orsi affinché riprendessero a frequentare le loro antiche selve. Parafrasando quel provvedimento, e facendo abbinamento a quanto la foto di copertina del Rapporto esprime, in Abruzzo le autorità dovrebbero seminare campi di grano e mais, e riportare le pecore negli stazzi, anziché limitarsi a dare istruzioni comportamentali ai turisti e ai cittadini e intanto continuare ad accettare come normale il fatto che gli orsi stiano sempre più abbandonando le montagne e stiano sempre più frequentando strade e paesi!
   
Invece, secondo il “Rapporto”, sembra quasi che le autorità siano liete che quei pochi orsi rimasti si stiano sparpagliando in tutto il centro Italia alla ricerca di quel cibo che non trovano più nelle campagne del Parco e che vanno a cercare nei centri abitati, avendo abbinato all’uomo quelle risorse trofiche: una presenza nei paesi sempre più frequente, anche durante le ore diurne, che sono un grido di aiuto, ma che nessuno ascolta! Tutti presi in progetti Life, monitoraggi, catture e collarizzazioni, cartellonistiche, studi e pubblicazioni scientifiche che tutto dicono meno il fatto ed il perché l’orso marsicano si sia ormai trasformato in un disperato barbone, e che, come un barbone in stazioni e sottopassi, magari finiremo per vederlo presto anche a cercare luoghi per tane e ricoveri in stalle e sottoscala dei paesi, magari finanche per trascorrervi il letargo e partorire i loro piccoli!
   
Ma il massimo di questo rapporto quest’anno è raggiunto dalla dichiarazione del direttore del Parco, che è bene riportare integralmente nella sua parte fondamentale: “Il 2020 è stato anche l’anno in cui per la prima volta, dopo oltre 10 anni, non è stato possibile fare la conta delle femmine coi cuccioli. Ne abbiamo discusso tanto e ci siamo resi conto che non potendo garantire le osservazioni dalla primavera (aprile e giugno) del 2020 a causa del lockdown i dati avrebbero perso di significato, a maggior ragione considerando che anche l’autunno avrebbe imposto difficoltà operative. A rendere tutto più complicato il fatto che il blocco delle attività ha inciso significativamente sulle attività di cattura necessarie per marcare gli animali e rendere più facilmente identificabili i soggetti da monitorare.”
   
In pratica il Dott. Sammarone ci dice che nonostante le 100 pagine del Rapporto, le autorità per il 2020 non hanno saputo dirci quanti esemplari di orsi formano la popolazione, perché se non hanno saputo contare e “monitorare” neppure le femmine, si deve supporre che ancora meno sappiano del resto degli individui che formano la popolazione! Egli indirettamente ci dice quindi che nel 2020 solo una femmina ha partorito (fortunatamente, almeno 4 cuccioli contro i 2 soliti!). Ma il ridicolo è raggiunto quando egli sostiene che ciò non è stato possibile a causa del Covid! Il Covid che NON HA MAI IMPEDITO ai guardiaparco, ai tecnici e agli studiosi di muoversi per le montagne!
   
Quindi, la verità è che nel 2020 di femmine con cuccioli sarebbe apparsa solo “Amarena” e suoi quattro figli! Se ciò dovesse risultare vero (come sembrerebbe anche secondo tanti osservatori indipendenti!), il 2020 sarebbe stato un anno storicamente negativo per questa popolazione! A noi non resta che augurarci che ciò non sia vero, e che altre femmine con piccoli ci siano state, anche se non “monitorate” dagli studiosi e guardiaparco a causa del Covid!
   
Addirittura nelle pagine del Rapporto si coglie quasi un malcelato piacere nel dimostrare che la popolazione di orso marsicano si sia sempre più sbandata nel centro Italia: quando si dice trasformare in vittoria una sconfitta! Un metodo che da’ dei punti ai politici, di solito campioni in queste mistificazioni mediatiche! Con la speranza di non dovere un giorno leggere o sentirci dire che la presenza degli orsi nei paesi sia comunque una risorsa turistica!
    Questo è il successo/insuccesso di cui in questi “Rapporti” non si dice mai nulla! Tutto va ben madama la marchesa! Ed è una situazione negativa presentata come positiva che dura da oltre quarant’anni, col connivente silenzio di autorità ministeriali, regionali e di associazioni ambientaliste! 
 
   
Purtroppo per il dott. Sammarone, quel suo  “non è stato possibile” e il “non potendo garantire” sanno tanto di excusatio non petita accusatio manifesta!  
Franco Zunino
Segretario Generale 
(già primo studioso sul campo – anni ’70 ed ’80 – dell’orso bruno marsicano)
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