Scuola, per Quaresimale va “rafforzato ruolo nella società”

“Un anno intenso, caratterizzato da una ritrovata normalità che ha ridato vitalità alla scuola pubblica”.

Lo afferma l’assessore regionale all’Istruzione Pietro Quaresimale in occasione dell’ultimo giorno di attività didattica che si chiude domani 10 giugno.

“Quello appena trascorso – aggiunge Quaresimale – è stato l’anno della ritrovata normalità dopo due anni in trincea a causa del Covid. E proprio in questi due anni abbiamo saputo apprezzare quanto sia preziosa la normalità e quanto da essa si possano prendere insegnamenti indispensabili per la crescita culturale e sociale della nostra comunità. L’anno scolastico appena trascorso è servito dunque per rinsaldare le basi per una crescita e affinamento dell’offerta formativa. Alla scuola la nostra società chiede il compito più gravoso: formare le future classi dirigenti e soprattutto indirizzare lo sviluppo e la crescita dell’intero Paese. Per questo – aggiunge l’assessore – la scuola e tutto il mondo che la circonda rimangono ancora centrali nelle politiche di questa regione. E la nostra intenzione è rafforzare la scuola regionale, mettendo a disposizione risorse umane e strumentali in grado di migliorare l’intero processo educativo che coinvolge lo studente abruzzese”.

Il pensiero dell’assessore Quaresimale è poi corso ai prossimi esami di Stato che circa 10 mila studenti abruzzesi si apprestano ad affrontare fra qualche giorno. L’ultimo giorno di scuola è servito anche per rivolgere un saluto particolare. “Voglio rendere pubblici – dice l’assessore – i sentimenti di vicinanza e augurio verso questi nostri giovani chiamati ad affrontare una prova importante e impegnativa. Lo faccio soprattutto come uomo delle istituzioni che vogliono essere vicine ad una generazione di maturandi che più di tutte interpreta i segni del cambiamento della nostra società. Sono loro quelli che più di tutti colgono i segnali del cambiamento e in molti casi sono il cambiamento stesso; a noi, amministratori e non solo, spetta il compito di saper dare seguito e sostanza a quanto la nuova società ci chiede”.

Ma proprio la prova della Maturità che “vi apprestate ad affrontare può assumere il segno evidente di una rinascita. E, in fondo, non è un caso che questa rinascita abbia in sé i segni di una crescita culturale e professionale che l’esame di Stato riesce a darvi. In questo senso, senza per questo caricarvi di responsabilità, voi rappresentate i protagonisti volontari di una trasformazione, di un modo nuovo e diverso di affrontare le difficoltà, di una volontà incontrastata di andare avanti. La vostra prova di maturità è il naturale approdo di cinque anni di scuola, senza per questo dimenticare quello che le maestre e i maestri delle elementari e i professori e le professoresse delle medie hanno fatto per voi e con voi. Ed è forse per questo che l’esperienza che vi apprestate ad affrontare ha un qualcosa di speciale che vi terrete dentro per tutta la vita. Dopo la Maturità le strade di tutti voi si divideranno, e non per questo si disperderanno, ma il rito dell’esame di Stato è un passaggio che vi permette di entrare nel mondo degli adulti. Altri esami dovrete sostenere, che sono gli esami della vita, della convivenza sociale, del lavoro. Ma questo è l’esame, è la prova di maturità, perché dopo questa esperienza vi sentirete tutti un po’ più grandi con in testa l’idea della vostra vita”.

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