Popolare di Bari, Febbo: imbarazzanti le accuse di Pepe

“Inefficaci, inutili, ridicole, e soprattutto imbarazzanti, sono le argomentazioni riportate dal consigliere regionale Dino Pepe che ormai perde di credibilità dopo ogni suo ripetitivo ed inutile comunicato, riportando fatti inesatti raccontando solo bugie, travisando la realtà documentale e finanche video trascritta svoltasi in Consiglio regionale, sulla vicenda legata alla crisi della Banca Popolare di Bari.

 

Casomai è il suo Partito Democratico che dovrebbe dare convincenti spiegazioni sulle ultime intercettazioni”. Questa la risposta dell’assessore regionale alle Attività Produttive Mauro Febbo che sottolinea come “non accettiamo lezioni da chi oggi si trova in una posizione imbarazzante e ha lasciato solo disastri in Regione Abruzzo. La giunta Marsilio ed il sottoscritto ha messo in campo in un anno già azioni e programmi  concreti per il rilancio della nostra economia.

 

Il sottoscritto – spiega Febbo – ha convocato in più occasioni i due commissari, lo dimostrano le diverse convocazioni partite dalla mia segreteria, che non hanno mai voluto rispondere alle missive per un incontro e discutere sulle problematiche inerenti l’Istituto di credito. Incontri, tra l’altro, negati sia ai sindaci di Teramo e di Pescara e sia anche all’Anci con cui mi sono sempre rapportato. Inoltre ho denunciato da subito il penalizzante piano di ridimensionamento, sottoscritto da parte dei sindacati nazionali, presentato dai commissari della Banca Popolare di Bari reputandolo incomprensibile.

 

Al contrario – sottolinea Febbo – mi sarei aspettato un intervento concreto da parte del consigliere Pepe presso il Governo nazionale, di cui il suo Partito Democratico è parte integrante, per bloccare e respingere l’interferenza politica del Presidente Emiliano (PD) e avallata dalle sigle  sindacati nazionali. Infatti non può essere un giudizio neutrale quello che prevede delle 90 agenzie da chiudere e/o cedere ben 39 siano collocate in Regione Abruzzo.  Inoltre dal consigliere Pepe mi sarei aspettato delle spiegazioni e delucidazioni su alcune vicende ricostruite da alcuni quotidiani nazionali dove leggiamo su presunti rapporti tra l’ex sottosegretario poi vice Presidente del Csm e l’uomo del crac della Popolari di Bari. Ricordo anche come il consigliere Pepe è stato eletto in Consiglio regionale proprio grazie alla candidatura dell’ex vice Presidente del Csm.

 

La replica di Dino Pepe. “L’Abruzzo esce con le “ossa rotte” dall’accordo sulla Banca Popolare di Bari siglato sui tavoli nazionali, perde infatti ben 39 filiali sulle 91 totali che saranno soppresse, ovvero il 35% nell’intero Paese, la nostra regione dovrà sobbarcarsi il più alto numero di licenziamenti sui 650 esuberi, tutti i sindacati abruzzesi sono sul piede di guerra contro la Giunta Marsilio che non ha fatto niente su questa vertenza, ma l’Assessore Mauro Febbo si dice addirittura soddisfatto per l’ottimo lavoro messo in campo dalla maggioranza in questa situazione, lasciando tutti noi a dir poco esterrefatti” sottolinea Dino Pepe. “Credo, francamente, che le livorose parole di Febbo, unite alla sua “balbettante risposta” nel corso dell’ultimo Consiglio Regionale, siano la miglior cartina di tornasole dell’inefficacia e dell’imbarazzante incapacità politica ed amministrativa di questa maggioranza di centrodestra” rincara l’ex Assessore Regionale.

 

“D’altronde, il fallimento rimediato sulla vertenza Popolare di Bari, è solo l’ultimo di una lunga serie. Basti pensare alla vertenza Atr Group di Colonnella, una situazione a dir poco imbarazzante visto che il 22 maggio scorso Marsilio, Febbo e Fioretti incontrando sindacati, amministratori comunali e maestranze avevano promesso una celere risoluzione, ma ad oggi non hanno fatto ancora nulla ed i lavoratori aspettano da sei mesi lo stipendio. E che dire della Veco di Martinsicuro, della Selta di Tortoreto, o degli operatori turistici della costa teramana, e non solo, che dopo aver visto svanire nel nulla le promesse delle scogliere hanno dovuto anche dire addio ai ripascimenti del 2020. Quella inanellata dalla Giunta romana a guida Marsilio è una sequela di fallimenti che sono sotto gli occhi di tutti e che gli “strilli” e gli “strepiti” dell’Assessore Febbo, che sarà ricordato come colui che ha promosso il mare abruzzese con le immagini delle Maldive, non possono certamente cancellare”.

 

“Ora – conclude Pepe – capisco bene che Mauro Febbo, appena autosospesosi dal suo partito, sia impegnato in questioni politiche ben più importanti a Chieti e che non abbia tempo per pensare ai problemi della nostra regione, ma che almeno la smetta di “arrampicarsi sugli specchi”, scaricando le colpe sulle opposizioni, sul governo centrale e su chiunque gli passi a tiro, e abbia almeno l’onestà intellettuale di non far passare una cocente sconfitta per l’intero Abruzzo in una “vittoria di Pirro” della sua sgangherata maggioranza. Gli abruzzesi aspettano risposte, non scuse, che cambino registro e finalmente si rimbocchino le mani per il bene di questo territorio invece di pensare solo a poltrone, incarichi e lotte intestine di partito”.

 

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