Nomine Fira: D’Alfonso “interroga” due ministri

Abruzzo. Un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministro per la Pubblica amministrazione in merito alla nomina nel cda di Fi.R.A. di Stefano Cianciotta e Nicoletta Salvatore – rispettivamente ex presidente e vicepresidente di Abruzzo Sviluppo spa – per sapere se intendano adottare iniziative volte a garantire il rispetto della normativa vigente, che prevede per tali fattispecie l’inconferibilità dell’incarico in questione: è quella presentata oggi dal deputato del PD Luciano D’Alfonso, con nuovi elementi rispetto al testo sullo stesso argomento inoltrato il 20 febbraio scorso.

 

Come si ricorderà, il 13 febbraio 2023 l’assemblea ordinaria di Fi.R.A., la società in house di sviluppo industriale della Regione Abruzzo (le cui azioni sono detenute al 100% dalla Regione stessa), ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione della società unica, nata dalla fusione per incorporazione con Abruzzo Sviluppo, altra società in house controllata al 100% dalla Regione.

Assieme ai riconfermati tre componenti del precedente cda della Fi.R.A. compaiono nell’organo della nuova società anche Stefano Cianciotta, già Presidente e A.D. di Abruzzo Sviluppo, e Nicoletta Salvatore, già vicepresidente di Abruzzo Sviluppo, entrambi cessati dal loro incarico il 31 dicembre scorso.

D’Alfonso ha segnalato all’Autorità nazionale anticorruzione, alla Procura regionale della Corte dei conti e al servizio Controlli e anticorruzione l’ipotesi di inconferibilità di cui all’art. 7 lett. d) del D.lgs. 8.4.2013 n. 39 in merito alle nomine dei due professionisti. Infatti, l’approvazione del progetto con cui la Fi.R.A. ha incorporato Abruzzo sviluppo ha determinato l’estinzione di quest’ultima e la decadenza dei suoi organi societari. Il deputato dem ritiene che la nomina di Cianciotta e Di Salvatore nel cda di Fi.R.A. violi l’art. 7 comma 1 del D.lgs. 39/2013, il quale stabilisce che “non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale a coloro che nell’anno precedente ha ricoperto l’incarico di Presidente o amministratore delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione”.

Secondo l’onorevole abruzzese, la vicenda non può essere assimilata a quella verificatasi nel Lazio con la nascita della Lazio Crea spa, scaturita dalla fusione di due società in house della Regione Lazio (Lazio Service e Lait Lazio innovazione), oggetto di parere dell’ANAC il 25 novembre 2015 sempre in tema di inconferibilità.

Tale parere circa il mantenimento della identità di una società in seguito a un processo di incorporazione – prendendo a base la decisone della Cassazione a Sezioni Unite n. 2637/2006, secondo cui l’incorporazione non comporta l’estinzione della società incorporata – non risulta oggi corretto e sostenibile proprio alla luce della nuova giurisprudenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 21970 del 30 luglio 2021) che si è pronunciata in senso diametralmente opposto: nel caso di fusione, la società incorporata si estingue e cessano la sede, la denominazione e gli organi amministrativi. Dunque, Fi.R.A. è ente diverso rispetto ad Abruzzo Sviluppo, per cui vige il divieto di cui all’art. 7 comma 1 del D.lgs. 39/2013.

D’Alfonso chiede dunque “se i ministri dispongano di elementi sulla situazione esposta in premessa, se condividano il quadro interpretativo sopra illustrato e, per quanto di loro competenza, se intendano adottare iniziative volte a garantire il rispetto della normativa vigente, che prevede per tali fattispecie l’inconferibilità dell’incarico in questione”.

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