Leggi regionali bocciate. Sospiri: ci opporremo soprattutto sui sostegni ai malati oncologici

Abruzzo. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di ieri, 19 ottobre, ha esaminato le leggi della Regione Abruzzo promulgate nel mese di agosto 2022, per la consueta valutazione di legittimità costituzionale. Cinque provvedimenti su otto passati al vaglio dello Stato, non hanno ricevuto osservazioni.

Il Consiglio dei Ministri ha valutato, invece, di impugnare alcune disposizioni delle leggi regionali n.19 e 20 che definivano i rendiconti della Regione Abruzzo per gli anni 2019 e 2020. “Lo Stato, nonostante le rassicurazioni e gli aggiustamenti che erano già stati effettuati nel corso dell’iter legislativo, nel normale dialogo tra Ministeri e Regione, ha inteso procedere comunque al contenzioso – dichiara il Presidente Lorenzo Sospiri a margine della divulgazione del report ministeriale – Non ci preoccupano le segnalazioni legate ai rendiconti, si tratta di aggiustamenti tecnici e non sostanziali che i nostri uffici provvederanno a breve a correggere, senza intaccare il senso dei provvedimenti”.

 

Di diversa natura, invece, sono le imputazioni che i Ministeri fanno sulla legge regionale n.24 del 22.08.22 dal titolo “Disposizioni contabili per la gestione del bilancio 2022/2024, modifiche alle leggi regionali 9/2022, 10/2022 e 11/2022 in attuazione del principio di leale collaborazione ed ulteriori disposizioni urgenti ed indifferibili”. “Le rilevazioni sulla legge 24 – spiega Sospiri – ci lasciano perplessi. Anche in questo caso, non viene delegittimato l’intero contenuto della norma, ma alcune disposizioni, sulle quali però non intendiamo cedere. In particolare, il Consiglio dei Ministri, squalifica l’importante provvedimento che rifinanzia una legge, la L.R. 28/2021, in vigore e non impugnata né in origine né in sede di prima modifica, che riconosce un contributo regionale a sostegno dell’acquisto di dispositivi per contrastare l’alopecia secondaria in favore dei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia.

 

Contrasteremo questa ‘bocciatura’ sostenendo la tesi, per noi inoppugnabile, che la disposizione contestata è senza dubbio in linea con i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica ed in particolare con i vincoli in materia di contenimento della spesa pubblica sanitaria di cui il Piano di rientro costituisce espressione”

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