Fratino sulle spiagge abruzzesi: dietro a numeri ci sono anche le storie

“SOA, Gruppo Fratino Vasto e Dune Bene Comune nei primi due mesi di attività del loro programma di monitoraggio del Fratino che si concluderà a fine luglio hanno trovato 24 nidi in 6 comuni costieri, di cui 21 di Fratino e 3 di Corriere piccolo, una specie simile al fratino.

 

A questi vanno aggiunti ulteriori nidi trovati da altre associazioni e anche da semplici cittadini fortunatamente sensibili che li hanno segnalati. Ben 15 sono stati, invece, gli esposti depositati, tra distruzioni di nidi, disturbo da cani, parapendii, ruspate su siti sensibili con piante protette e anche uno scarico abusivo scovato a Silvi. A questi si aggiungono un’altra trentina di segnalazioni “rapide” realizzate sul momento con i mezzi più vari (pec, wapp, telefonate ecc) per cercare di intervenire ad horas su comportamenti e/o iniziative irregolari. Insomma, siamo nella media di quasi un esposto per nido! A fine luglio avremo il quadro definitivo ma quello che sta emergendo è una generale inosservanza delle più basilari regole esistenti per un uso ordinato e sostenibile del litorale.

 

 

Le autorità dovrebbero pensare ad assicurare un controllo costante. Le belle e significative storie che derivano dall’impegno volontario di tante associazioni, alcune delle quali raccontiamo brevemente qui sotto, rischiano di essere vanificate dal far west che vediamo sulle spiagge. Così non va” dichiara Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese e decano degli ornitologi abruzzesi. Dei 24 nidi trovati dalle tre associazioni, tutti segnalati in tempo reale per PEC alle autorità, 20 sono stati anche delimitati con paletti e cordino dai 25 volontari impegnati, in quanto in posizioni molto vulnerabili per il disturbo. Inoltre la Stazione Ornitologica Abruzzese ha anche diffuso un dossier tecnico “Il Fratino e i suoi nidi” sulle metodologie di tutela dei nidi e dell’habitat della specie che spesso non vengono rispettate. Gli ornitologi delle associazioni hanno marcato finora 8 fratini (3 adulti e 5 pulcini) con anelli nell’ambito di un progetto di ricerca a scala nazionale dell’Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale – ISPRA per lo studio della specie.

 

Importantissimi i dati raccolti sui fratini precedentemente inanellati. Oltre alla femmina marcata alla nascita a Senigallia e venuta a nidificare nell’Area Marina Protetta di Cerrano a Pineto, oggetto di un precedente comunicato, a Ortona ha nidificato una femmina marcata ben 10 anni fa, nel 2011, a Fermo, sempre nelle Marche. Un bellissimo esempio di longevità in quanto, essendo stata marcata da adulta, ha almeno 11 anni e ora si è anche riprodotta con tre pulcini che corrono sulle spiagge ortonesi! Altra storia bellissima, che fa capire la resistenza di questi animali, è quella della femmina inanellata dagli ornitologi della SOA a Scerne di Pineto quest’anno.

 

Il gruppo familiare, con uno sforzo che deve essere stato enorme per i pulcini (un adulto pesa 45 grammi; un pulcino pochi grammi), con una vera e propria maratona imposta dai genitori, ha percorso zampettando ben 5,4 km attraversando pure la foce del Calvano e portandosi all’interno dell’Area marina protetta del Cerrano. All’inizio si pensava che fosse un gruppo familiare di un nido non localizzato ma poi, grazie alle fotografie (di cui una qui allegata; nota bene, la femmina non ha 6 zampe, ma sta nascondendo due pulcini!) abbiamo avuto la conferma che era appunto la femmina del nido di Scerne di Pineto.

 

Sono queste storie che motivano i volontari delle associazioni a proseguire nel loro impegno con un approccio fondato su dati scientifici e tecnici che magari qualcuno dimentica, tra i balbettii se non peggio di troppi enti e uffici a parte qualche lodevole eccezione. A fine stagione faremo un dossier in cui evidenzieremo ed esamineremo, dati alla mano, nel dettaglio queste luci e queste ombre. Speriamo che gli enti inizino a dare le risposte giuste ” conclude Pellegrini.

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