Abruzzo verso la zona rossa: il nodo ruota attorno alla scuola

“Si chiude dove serve. Il Dpcm del Governo prevede in zona rossa che le scuole materne dell’infanzia fino alla prima media devono restare aperte e così deve essere; se ci sono zone dell’Abruzzo che hanno situazioni talmente emergenziali da non poter permettere neanche questo, si chiudano lì”.

 

Lo afferma il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri.

A far discutere di più in vista dell’ordinanza che imporrà nuove restrizioni in Abruzzo è proprio il tema delle scuole: il Cts regionale ritiene che si debba procedere ad una chiusura totale, andando quindi oltre rispetto a quanto previsto dal Dpcm del 3 novembre.

L’assessore regionale Guido Quintino Liris sottolinea che “è in corso un’attenta valutazione che sarà completata nella giornata di domani. È possibile, però – afferma – che la Regione decida di operare una stretta decisa per contenere il contagio da coronavirus che oggi sta provocando grandi difficoltà a ospedali e sistema sanitario, integrando le disposizioni già previste dalle norme nazionali con altre di carattere locale”.

“Nel dettaglio – evidenzia l’assessore – il Comitato tecnico scientifico regionale, a maggioranza, ritiene che oltre alle misure già previste dalla ‘fascia rossa’, si debba procedere anche a una chiusura totale dell’attività scolastica, per ogni ordine e grado. L’obiettivo della Regione è anticipare i tempi rispetto a scelte nazionali che oggi appaiono inevitabili, in modo tale da contribuire alla tutela della salute pubblica e provare a garantire una ripartenza quanto più ampia possibile, soprattutto in vista del periodo natalizio”.

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