Stoccaggio gas tra Abruzzo e Molise, emanato il decreto di V.I.A

Castiglione Messer Marino. Il Ministero dell’Ambiente ha emanato il Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale favorevole per l’ampliamento della capacità di stoccaggio di gas all’impianto “Fiume Treste” della Stogit a cavallo tra Abruzzo e Molise attraverso l’autorizzazione allo stoccaggio in sovrapressione rispetto alla pressione originaria in uno dei livelli nel sottosuolo (portandola al 110% della pressione originaria) e all’utilizzo di un nuovo livello di stoccaggio con la perforazione di 4 nuovi pozzi.

Ora Stogit Spa dovrà ottenere l’autorizzazione finale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico per entrambe le operazioni che comportano ciascuna un aumento della capacità di stoccaggio di 200 milioni di Mc standard di Gas per un totale di aumento della capacità di stoccaggio dell’impianto di 400 milioni di Mc standard.

‘Ricordiamo che lo stoccaggio “Fiume Treste” è classificato ufficialmente quale “impianto a rischio di incidente rilevante” in base alla Direttiva Seveso Ter, recepita in Italia con il Decreto legislativo 105/2015.

Nel parere favorevole rilasciato dal Comitato VIA, tra molte assenze e tre, piuttosto inconsueti, voti contrari, si legge che in realtà l’unica prova sperimentale effettuata in loco è arrivata al 105,4% della pressione originaria. Nonostante ciò, con considerazioni indirette, si va avanti lo stesso.

Come è ormai acclarato, gli stoccaggi in alcuni siti possono comportare sismicità indotta a causa del continuo ciclo di iniezione ed estrazione di gas nel sottosuolo. Ovviamente la pressione di esercizio è un fattore rilevante da tenere in considerazione nel determinare l’aumento o meno dei rischi associati ad un impianto.

La Regione Molise con il suo Servizio Tecnico, Sismico e Geologico il 24/11/2016 aveva cercato di richiamare il Ministero ad una maggiore precauzione in considerazione delle problematiche ormai note in letteratura sui rischi di terremoti indotti’, afferma il Forum Abruzzese dei movimenti per l’acqua.

‘Il Ministero si rifugia in una mera questione formalistica sui confini amministrativi sostenendo che i pozzi del lato molisano dello stoccaggio non saranno coinvolti, come se un terremoto indotto in Abruzzo si fermasse all’alt del confine amministrativo!

Tra l’altro è noto che si possono indurre terremoti anche a distanza di chilometri dal punto di iniezione e sempre senza rispettare i confini amministrativi.

Qui la trattazione, se così si può dire, della problematica sollevata dalla Regione Molise: http://www.va.minambiente.it/it- IT/Oggetti/MetadatoDocumento/204090.

È interessante notare che mano a mano che le ricerche confermano i rischi, anche rilevanti, di sismicità indotta il ministero dell’Ambiente, invece di imporre una linea di precauzione come richiesto per iscritto da una Regione, cerca di “inseguire” il problema modificando e raffinando l’ormai celebre prescrizione della “manopola che regola i terremoti indotti” già “imposta” in precedenti decreti riguardanti gli stoccaggi in Abruzzo.

Per lo stoccaggio a San Martino sulla Marrucina autorizzato nel 2014 si doveva aspettare il superamento della Magnitudo 3 della Scala Richter (senza specificare l’intensità massima del sisma: M 4, M 5, M 6?) dei terremoti indotti per intervenire affinchè l’operatore li riportasse con la “manopola” sotto la Magnitudo 2.

Ora per lo Stoccaggio Fiume Treste la formulazione è più aggrovigliata perchè se per sismi superiori a M 2,2 (e non più 3) sarà sempre l’operatore ad intervenire con la “manopola del terremoto” per sismi superiori a M 3 (sempre senza indicare di quanto superiore…), a terremoto ormai avvenuto, secondo il ministero dell’Ambiente “sarà opportuno (sic! ndr) l’intervento del Ministero dello Sviluppo Economico”. Siamo a cavallo, quello stesso ministero che a Viggiano non si è accorto che Eni aveva perso nelle povere terre lucane 400 tonnellate di petrolio. Stiamo parlando in quel caso di perdite di serbatoi in superficie facilmente ispezionabili, non di attività svolte a 1 km di profondità.

In maniera tragicomica, tra l’altro, la nuova formulazione della prescrizione sembra più rigida al Fiume Treste, che ricade in zona a rischio sismico basso, rispetto a quella di San Martino sulla Marrucina, che è in zona a massimo rischio sismico! Poniamo a confronto le due versioni giusto per far capire a che livello siamo arrivati’, conclude il Forum.

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