Ombrina Mare, multinazionale inglese chiede danni milionari all’Italia

Nel febbraio 2016, alla vigilia del Referendum No Triv, Rockhopper Exploration, che è ancora titolare del permesso di ricerca Ombrina entro le 12 miglia, fece sapere che avrebbe valutato la possibilità di chiedere i danni allo Stato Italiano. Ad un anno di distanza quella possibilità è diventata certezza.

Infatti, in un comunicato del 7 febbraio 2017, la compagnia inglese dichiara: ” nel 2017 le spese sviluppo, ricerca e de-commissioning sono stimate in 13 milioni di dollari, di cui 8 riguardano le attività di pre-sviluppo di Sea Leon, 3 per le attività di ricerca e sviluppo in Egitto e 2 per costi dovuti soprattutto alla rimozione della piattaforma di Ombrina Mare, costi che Rockhopper cercherà di recuperare mediante un arbitrato internazionale che verrà promosso in breve tempo”.

“Con i suoi numerosi progetti in portafoglio (5 istanze di ricerca su terraferma, 1 istanza di concessione per estrarre a fini produttivi, 3 permessi di ricerca -tra cui Ombrina Mare- e 9 concessioni di coltivazione), Rockhopper Exploration torna ad esercitare indebite pressioni per ammansire Governo e MISE che di essere resi più ‘docili’ non hanno proprio alcun bisogno”.

Lo ha denunciato il Coordinamento Nazionale No Triv, ricordando che “il permesso di ricerca Ombrina Mare è lì, nelle 12 miglia, pronto per essere rispolverato al primo mutamento normativo propizio”.

 

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