Una recente analisi rivela che quasi il 40% delle abitazioni in Abruzzo non è abitato, un dato che si riferisce soprattutto alle aree periferiche dove è avvenuto il fenomeno dello spopolamento.
Il fenomeno dello spopolamento delle aree periferiche delle città abruzzesi evidenzia una problematica demografica e sociale di notevole portata. A questo si aggiunge la mancanza di servizi nelle aree interne, fattori che pongono l’Abruzzo al quarto posto in Italia per numero di case disabitate.
Il quadro demografico dell’Abruzzo ha subito variazioni molto importanti negli ultimi anni, come del resto l’Italia tutta ha vissuto fenomeni di questo tipo in varie epoche storiche. Attualmente, la regione è alle prese con un problema demografico di una certa rilevanza, infatti il tasso di natalità è molto basso ed è avvenuto un abbandono delle zone montane.
Crisi demografica in Abruzzo: il fenomeno dello spopolamento
È stata portata avanti un’inchiesta denominata “Ritorno in Abruzzo” che mette in luce le molteplici cause del fenomeno dello spopolamento delle aree più periferiche. L’inchiesta è stata arricchita da una proiezione futura che parla di una diminuzione della popolazione ancora più netta entro il 2070, questa potrebbe passare da quasi 1,3 milioni di abitanti attuali a meno di un milione.
Ora che lo svuotamento interessa le aree periferiche, la proiezione ci dice che l’impatto futuro sarà invece sulle zone interne che tendono ancora a resistere. L’indicatore principale è l’incidenza di case non abitate che in Abruzzo tocca numeri davvero molto alti. Che la situazione possa peggiorare si evince dal fatto che L’Aquila, il capoluogo della regione, registra la maggiore presenza – in tutta Italia – di case non occupate.
I dati del 2021 raccolti dall’Istat mostrano che su 894.745 case censite, ben il 38,7% in Abruzzo risulta non occupato in modo permanente. Questo numero supera di oltre 11 punti percentuali la media nazionale, ponendo l’Abruzzo in quarta posizione in questa classifica delle regioni italiane, preceduta solo da Valle d’Aosta, Molise e Calabria.
Oltre alla bassa natalità, altri motivi che spiegano questo fenomeno sono la mancanza di opportunità economiche, la carenza di servizi e l’invecchiamento della popolazione. Non manca anche chi ritiene che la presenza di una o più comunità di stranieri possa aver contribuito. I dati ci dicono che in Abruzzo, al 2021, il 6,4% della popolazione residente è formata da stranieri, una percentuale che di per sé non spiegherebbe questi eventi.
Inoltre, è dimostrato che dal punto di vista demografico la presenza di stranieri non è da considerarsi un fattore di spopolamento, anzi, può diventare un antidoto efficace.