Pescara, la Capitaneria cede: porto semichiuso e indennizzi in arrivo

marineriaverticecatonePescara. Tre gli incontri istituzionali tenuti questa mattina per risolvere l’emergenza-dragaggio: coinvolti Comune, Regione, Prefettura e Capitaneria di Porto. La terza giornata di protesta della marineria si è conclusa con l’ordinanza definitiva emessa dalla Direzione marittima per la chiusura quasi totale del porto ai pescherecci.

Il primo incontro ha preso il via alle 10:00 presso la sede dell’assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo, in via Catullo, al quale hanno preso parte, tra gli altri, il consigliere regionale Lorenzo Sospiri e Riccardo Padovano, del Sindacato italiano balneari oltre che a una nutrita delegazione della marineria, guidata dallo zoccolo duro Scordella-Grosso-Camplone. Obiettivo: avviare le procedure per la richiesta di indennizzo a favore dei pescatori per la condizione di difficoltà in cui versa l’intero settore pescarese. “E l’assessore Febbo ha dato risposte concrete”, commenta il sindaco Albore Mascia, “chiedendo di poter partecipare con i propri dirigenti alla redazione dell’ordinanza del Comandante Verna per una perfetta calibratura del provvedimento che comunque doveva creare le condizioni opportune per consentire l’erogazione degli indennizzi”. Lo stesso assessore, poi, ha ricordato che ciascun pescatore beneficia di un fondo de minimis pari a 60mila euro complessivi da spalmare nel triennio in relazione al fermo biologico; spetterà, ora, agli uffici della Regione verificare le somme ancora disponibili per ciascun  operatore, per poi avviare le procedure di assegnazione dei fondi. L’Arta, intanto sta avviando le procedure per autorizzare l’ulteriore dragaggio del porto canale per 2milioni di euro: “il Ministero sta verificando chi dovrà essere la stazione appaltante dell’ultima fase di escavazione dei fondali e se è ancora disponibile la cava marina di Ortona che aveva una capacità di 800mila euro”, ha aggiunto Lorenzo Sospiri. Fissando alle 16.30 di martedì prossimo l’incontro a Roma con il Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Marco Lupo, si è concluso il primo dei tre summit.

 

Secondo atto in Prefettura, dove il sottosegretario all’Ambiente Giampiero Catone ha tenuto una conferenza stampa: presenza costante quella della delegazione dei pescatori, del sindaco Albore Mascia e dell’assessore regionale Febbo, alla quale si sono aggiunti il Prefetto Vincenzo D’Antuono, il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, oltre che il Direttore dell’Arta Mario Amicone e il Presidente della Camera di Commercio Daniele Becci. Catone ha ribadito agli uomini del porto la convocazione per lunedì prossimo, 6 giugno, in Prefettura di un nuovo vertice per definire l’iter necessario per arrivare al dragaggio del fiume, premettendo la necessità di effettuare analisi e rilievi per capire quanta sabbia dovrà essere portata via, un confronto che vedrà anche la presenza di Arta, Ispra e Istituto superiore di Sanità. Dipenderà, infatti, dalle valutazioni dello stesso Istituto superiore, decidere se c’è la possibilità di sversare in mare il materiale dragato o, in alternativa, individuare “entro 4 giorni al massimo” dove poter portare quel materiale. “Al vertice di lunedì saranno presenti anche le tre Direzioni generali dei Ministeri interessati, ossia è Roma che verrà a Pescara e non viceversa”, specifica Mascia, “E l’onorevole Catone non ha escluso la possibilità di adottare anche provvedimenti drastici, come la chiusura totale del porto per una settimana, dieci, venti giorni, il tempo necessario per una soluzione tempestiva della problematica”, aggiunge il sindaco.

 

Seconda riunione conclusa, quindi, con un rinvio non digerito dalla marineria, scesa nuovamente in strada a protestare bloccando il traffico del centro e dintorni. Una mossa che ha accelerato l’azione delle istituzioni, immediatamente riunite in un terzo vertice nel corso del quale i dirigenti della Regione Abruzzo hanno definito con il Comandante Verna l’ordinanza subito sottoscritta e consegnata alla stessa marineria. Il documento (visualizzabile in forma originale cliccando qui) si fonda su due ordini principali:

  1. Attracco dei pescherecci spostato nel molo commerciale e traffico interdetto nel porto alle imbarcazioni con pescaggio tale (aggiornato continuamente sul sito www.artaabruzzo.it) da non permettere manovre in sicurezza; il passaggio nella canaletta d’accesso al porto è consentito, una per volta, alle imbarcazioni non comprese dall’interdizione.
  2. L’uscita e l’entrata dal molo commerciale dei mercantili superiori a 1000 tonnellate di stazza lorda è consentita attraverso manovre assistite dalle autorità locali e con l’aiuto dei rimorchiatori. Per le petroliere rimane in atto la pratica dell’allibo: lo scarico del carburante attraverso imbarcazioni più piccole, mentre la nave madre rimane ancorata fuori dal porto.

 

“L’ordinanza”, ha commentato Albore Mascia, “ci consente la chiusura parziale del porto, ossia una forte limitazione che ci ha permesso di far partire la procedura straordinaria per favorire il dragaggio con norme altrimenti non applicabili”. Quello che, in sostanza, chiedono rabbiosamente da due giorni i marinai.

 

Pescara, protesta incessante della marineria: il centro di nuovo nel caos

 

Daniele Galli


Impostazioni privacy