Teramo, chiusura traforo Gran Sasso: il Comune organizza una mobilitazione

Teramo. Al fine di scongiurare l’annunciata chiusura del traforo del Gran Sasso, prevista per il 19 maggio, l’Amministrazione Comunale di Teramo – su iniziativa dei consiglieri De Sanctis, Carginari e Speca – promuoverà una mobilitazione generale che si svolgerà il 17 maggio, alle ore 10 alla rotonda di immissione al lotto zero e allo svincolo di Teramo Ovest, nel quartiere Gammarana.

 

A tale manifestazione prenderanno parte i sindaci e gli amministratori della provincia nonché gli enti e le rappresentanze professionali, imprenditoriali , artigianali e sindacali del territorio.

 

Ordine degli architetti. Sull’inopportunità della scelta, anche solo ventilata, di chiudere a  tempo indeterminato il tratto autostradale Teramo-L’Aquila – dichiara il  presidente dell’Ordine, Arch. Raffaele Di Marcello – non possiamo che  unirci al coro di chi è contrario. La questione, però, dovrebbe essere  spunto di riflessione di quale futuro dovrà avere il territorio della provincia di Teramo”.

 

“Infatti – continua Di Marcello – se qualche anno fa l’ipotesi, prima di accorpamento Teramo-L’Aquila, poi addirittura di eliminazione, dell’Ente Provincia, trovò poche obiezioni nel mondo politico e tra i cittadini,  oggi occorre capire quale direzione vogliamo dare ai nostri territori.

Occorre, necessariamente, riflettere sull’assetto istituzionale della nostra provincia, e su quale peso il teramano abbia nell’assetto regionale, che vede un forte sbilanciamento verso l’asse Pescara-Chieti  e il territorio aquilano”

 

“Senza scadere in sterili campanilismi – afferma il presidente dell’Ordine – bisogna prendere atto che, in ambito regionale e nazionale, la nostra provincia sconta strategie sbagliate e mancanza di  una seria programmazione, che possa valorizzare le tante risorse –  culturali, paesaggistiche, ambientali, economiche, storiche, ecc. –  presenti a Teramo e nelle altre città del teramano”

 

“Ci auguriamo, quindi, che il rischio della chiusura del traforo del Gran  Sasso – conclude Di Marcello – ci faccia prendere finalmente atto di un  isolamento che, in realtà, è già in corso da anni, e che deve essere  contrastato, immediatamente, non solo scongiurando il blocco del  collegamento autostradale, ma mettendo in campo progetti, e strategie,  che riportino la nostra provincia, intesa come territorio e non (solo)  come Ente, ad essere competitiva con le altre province abruzzesi e con  gli ambiti nazionali ed europei”.

 

Fabio Berardini (M5S). Appaiono assolutamente prive di fondamento e fuorvianti le dichiarazioni di Strada dei Parchi riportate nel documento diffuso da alcuni giornali in cui la Società avrebbe minacciato la chiusura del Traforo del Gran Sasso “al fine di evitare di incorrere in ulteriori contestazioni correlate a presunti pericoli di inquinamento delle falde acquifere”.

“A tal proposito occorre chiarire che Strada dei Parchi è stata coinvolta nella vicenda giudiziaria poiché ha mantenuto in esercizio le gallerie autostradali senza verificare l’esistenza di un adeguato isolamento delle superfici dei tunnel autostradali e delle condutture di scarico a servizio delle gallerie rispetto alla circostante falda acquifera e, conseguentemente, senza attuare le cautele atte a scongiurare il rischio di contaminazione delle acque sotterrane destinate all’immissione in rete derivante dall’esistenza di connessioni idrauliche tra le superfici delle gallerie e la falda acquifera.” dichiara il Deputato Fabio Berardini.

Inoltre alla Società vengono anche contestate condotte che per negligenza, imprudenza ed imperizia cagionavano o comunque non impedivano l’immissione incontrollata in ambiente di toluene e la conseguente contaminazione delle acque sotterranee del Gran Sasso.
Per queste motivazioni gli articoli di stampa che tentano di addebitare colpa dell’eventuale chiusura del Traforo del Gran Sasso al Ministro Toninelli appaiono falsi e fuorvianti.

“È ora di ristabilire la verità. Strada dei Parchi non può assolutamente permettersi di minacciare la chiusura del Traforo del Gran Sasso visto e considerato che sarebbero bastate più cautele ed una maggior prudenza da parte della stessa Società concessionaria per evitare il coinvolgimento nella vicenda giudiziaria” conclude il Deputato.

 

Abruzzo Confcommercio si è determinata per la prima volta, nella sua ultra settantennale storia sindacale regionale, ad indire lo stato di agitazione di tutti i settori da essa rappresentati per sottolineare le drammatiche conseguenze economiche e sociali che deriverebbero dalla chiusura del Traforo del Gran Sasso,  dichiarata dalla Società concessionaria autostradale Strada dei Parchi.

Siamo purtroppo di fronte ad uno scenario surreale ed inaccettabile che qualora si verificasse realmente, avrebbe conseguenze devastanti in un contesto regionale che da oltre un decennio si sforza di superare un calvario economico e sociale iniziato nel 2009 con il sisma che ha distrutto L’Aquila ed il suo comprensorio ed è proseguito sino agli altri eventi catastrofici ripetutisi che si sono verificati fino al 2017.

La dichiarata chiusura dell’arteria vitale per l’Abruzzo e per l’intero Centro Italia configurerebbe la morte certa per il rilancio con cui, con ogni sforzo, tutte le categorie economiche stanno faticosamente e dolorosamente facendo i conti e riporterebbe la nostra Regione ad un totale isolamento che è da scongiurare con ogni mezzo ed ad ogni costo.

Proprio per questo ci siamo determinati ad indire per la prima volta una mobilitazione generale dei settori economici da noi rappresentati ed a rivolgerci al Governo ed ai Prefetti abruzzesi per far comprendere che non resteremo inerti ad assistere ad uno scempio senza senso ed irrimediabile che deve essere evitato con risolutezza ed immediatezza, ed al momento sulla scorta delle informazioni da noi raccolte l’unica possibilità praticabile allo stato, potrebbe essere la nomina di un apposito commissario straordinario da parte del Governo Nazionale dotato delle prerogative indispensabili per gestire una situazione d’emergenza così grave e drammatica.

Ci auguriamo, pertanto, che le scelte politiche al riguardo saranno lucidamente orientate in tale direzione per scongiurare catastrofiche conseguenze sul tessuto economico e sociale della Regione.

Se così non sarà e ovviamente non ce lo auguriamo, saremo costretti a portare nelle strade, nelle autostrade e nelle piazze dell’Abruzzo decine di migliaia di titolari ed addetti dei nostri settori e ciò che potrebbe accadere, alla vigilia di un appuntamento democratico fondamentale per il Paese e per il nostro Continente, non è davvero prevedibile.

Confidiamo pertanto nel senso di responsabilità di tutti e, in attesa di scelte di portata storica per il nostro territorio, noi ci prepariamo con la tenacia abruzzese a lottare nell’esclusivo interesse della nostra Terra d’Abruzzo e per le sue genti che aspettano e meritano risposte concrete alle loro sacrosante preoccupazioni”.

 

 

Così all’unisono hanno dichiarato il Presidente Regionale di Confcommercio Abruzzo Roberto Donatelli, i Vice Presidenti Marisa Tiberio (Chieti), Francesco Danelli (Pescara) e Giammarco Giovannelli (Teramo) e il Direttore Celso Cioni.

 

In questo particolare momento, chiudere il traforo  equivale a staccare la spina ad un malato in terapia intensiva.   Il mondo imprenditoriale ed il mondo sindacale esprimono grave preoccupazione per la già delicata situazione dell’economia provinciale ed invitano tutte le forze politiche e le Istituzioni alla mobilitazione, affinché si possa trovare una soluzione alternativa  alla grave decisione.

Il danno economico per la provincia di Teramo è incalcolabile, si pensi solo alla stagione turistica imminente, agli aggravi di costi per le società di trasporto, alla grave situazione che i pendolari si troverebbero ad affrontare.

Secondo il Presidente di Confindustria, Cesare Zippilli,  “ È inutile nascondersi,  con l’attuazione del provvedimento di chiusura del traforo del Gran Sasso,  la nostra provincia – già fortemente penalizzata per un isolamento che ha radici lontane –  subirebbe il colpo di grazia definitivo”.

Il lavoro, i lavoratori, i cittadini di questa provincia hanno già pagato un prezzo altissimo per la forte riduzione di occupazione e reddito dopo la crisi di questi anni ed, oggi,  è intollerabile pensare di chiudere il traforo del Gran Sasso.  Ci troveremmo in un isolamennto drammatico che danneggerebbe tutte le attività della provincia ed impedirebbe, di fatto,  il pendolarismo delle migliaia di lavoratori che tutti i giorni attraversano il traforo per andare a lavorare“.  Dicono con una nota congiunta i segretari provinciali di CGIL,CISL e UIL Giovanni Timoteo, Fabio Benitendi e Emidio Angelini.    Gli stessi aggiungono:  “oggi è urgente ed indispensabile che Governo e Regione impediscano questa chiusura. Dopo si potranno ricercare ed attribuire colpe e responsabilità su tutta la vicenda e, soprattutto,  mettere rapidamente in campo tutte le azioni necessarie alla messa in sicurezza del sistema Gran Sasso così come indicato nella delibera dell’assemblea dei sindaci del 03/05/2019″.

Con e per queste ragioni Confindustria, CGIL, CISL e UIL della provincia di Teramo hanno deciso di aderire alla manifestazione promossa dall’Amministrazione Comunale di Teramo programmata per Venerdì  17 Maggio 2019.

 

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