Fusione Camere di Commercio. Pepe: inopportune le dichiarazioni dell’assessore Febbo

“In riferimento alle note rilasciate alla stampa dall’Assessore Mauro Febbo, all’indomani della decisione del TAR di accogliere l’istanza di sospensione interinale fino alla trattazione collegiale fissata per il giorno 11 marzo 2020, del procedimento di fusione delle Camere di Commercio di Teramo e L’Aquila, credo sia doveroso puntualizzare alcuni aspetti” dichiara il Consigliere e Vice Capogruppo Regionale del Pd, Dino Pepe.

 

 

“La Regione Abruzzo, contrariamente a quanto fatto da tutte le altre regioni italiane che hanno bloccato le procedure di fusione degli enti camerali in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale dell’8 aprile 2020, circa la legittimità della legge di riforma del sistema camerale, ha deciso, per questioni meramente politiche e andando contro alle richieste che arrivavano dai territori, di accelerare il processo di fusione degli Enti camerali abruzzesi” puntualizza Pepe. “Quindi, nel caso in cui la Corte Costituzionale dovesse dichiarare incostituzionale la norma in esame, cadrebbe tutto l’impianto giuridico alla base del processo di riforma del sistema camerale, indipendentemente dalla volontarietà o meno delle procedure di fusione. E’ quindi assolutamente fuorviante la tesi sostenuta da Mauro Febbo che la volontarietà del processo di fusione porrebbe il “caso abruzzese” su un piano giuridico diverso a quello delle altre camere di commercio italiane”.

 

Ad avvalorare questa tesi c’è anche il fatto chela Regione Campania, con Decreto del Presidente della Giunta, in data 31 dicembre 2019, ha decretato la sospensione della procedura di fusione volontaria delle Camere di Commercio di Avellino e Benevento, il cui decreto ministeriale di istituzione del nuovo ente camerale è datato 16 novembre 2016, ben prima quindi della data di istituzione della Camera del Gran Sasso d’Italia e della legge di riforma del sistema camerale italiano che è oggetto di esame da parte della Consulta. “In maniera del tutto trasversale il territorio teramano aveva chiesto alla Regione Abruzzo semplicemente di attendere il prossimo pronunciamento della Corte Costituzionale prima di emanare il decreto di avvio della procedura di designazione dei componenti il nuovo consiglio camerale della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, ma questa, per motivazioni esclusivamente di contrapposizione politica, ha deciso di ignorare completamente le istanze del nostro territorio, anche quelle che venivano da pezzi importanti del centrodestra locale come il Presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, preferendo assecondare le pressioni che venivano da “certa politica aquilana” mossa dalla sola volontà di chiudere al più presto la partita, convinta che la più che probabile pronuncia di incostituzionalità della norma al vaglio della Consulta, avrebbe rimesso in discussione l’intero processo di riforma del sistema camerale italiano” sottolinea il Consigliere e Vice Capogruppo Regionale del Pd.

 

“Riguardo infine ai “taumaturgici” effetti benefici di questa fusione, più volte sbandierati dall’Assessore Febbo nelle sue uscite pubbliche, avvalorati a suo dire da un ipotetico riequilibrio dei numeri e delle forze a livello regionale, è ormai conclamato che una eventuale fusione andrebbe invece ad azzerare del tutto la capacità di intervento puntuale e tempestivo che le camere di commercio hanno assicurato, da oltre 150 anni, ai territori di competenza” conclude Pepe.

Impostazioni privacy