Elezioni Teramo, l’idea di Maria Cristina Marroni per una mensa sociale in città

“Teramo ha bisogno di una Mensa sociale degna di questo nome, che dia nutrimento e al contempo dignità a chi ne ha bisogno”.

A dirlo la candidata sindaco Maria Cristina Marroni che cita il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach: “l’uomo è ciò che mangia” per spiegare come fosse impossibile credere nel dualismo anima/corpo perché siamo fatti della materia che ci circonda. Mangiare meglio fa pensare meglio: le comunità umane costruiscono le loro identità sociali e culturali anche intorno al cibo. Su queste premesse lo chef internazionale Massimo Bottura ha creato il progetto “Food for Soul”, cibo per l’anima e il corpo, per le persone e le città, istituendo i “Refettori” che hanno il duplice scopo di nutrire le persone e di recuperare spazi dimenticati”.

A Teramo c’è un luogo simbolo del degrado cittadino ed è di proprietà comunale: sono i due capannoni ubicati dietro alla Chiesa della Madonna delle Grazie, fra Via Ettore Bianco e Via Orto Agrario. La mia Amministrazione riqualificherà l’area, adibendo uno dei due capannoni a Refettorio sociale e realizzando un servizio pubblico basilare che è anche il sogno di Bottura, cioè “che ci sia un refettorio ovunque le comunità ne abbiano bisogno”.

“La lotta allo spreco alimentare e il recupero di immobili dismessi nel cuore della città rappresentano un modo simbolico e al tempo stesso molto concreto per dimostrare vicinanza alle persone che vivono ai margini, che sono e restano nostri fratelli e sorelle. È prioritario per un Sindaco trovare soluzioni per nutrire i più fragili in un momento di crisi sociale ed economica così profonda: le persone più vulnerabili si trovano a dover affrontare le sfide dell’accesso al cibo, della mancanza di servizi, dell’isolamento, dell’assenza di un luogo da poter chiamare casa.
Il progetto di Bottura consiste nel vedere la bellezza oltre l’apparenza, nel quotidiano e nell’imperfezione, coltivando i valori dell’ospitalità e della qualità delle idee. La bellezza è nel dare nuovo valore a luoghi abbandonati come i capannoni di Via Orto Agrario, ma al contempo la bellezza è nel ridare dignità alla parte più fragile di ogni comunità”.

“Quindi il Refettorio rappresenta il luogo eminente dove nutrire le persone, ma anche la creazione di uno spazio che faccia sentire tutti gli ospiti accolti e benvenuti, membri degni e fondamentali della nostra città. La cucina del refettorio, come spiega Bottura (al quale chiederemo consulenza e supporto per il progetto), “deve insegnare a rispettare tutti gli ingredienti senza sprecarli, a tirare fuori la bellezza dall’imperfezione e tramite la bellezza rendere visibile l’invisibile, trasformando gli ingredienti più umili in piatti deliziosi e nutrienti, eliminando ogni spreco”.
Il cibo è il simbolo della convivialità, è cultura, identità, arte, accoglienza, solidarietà, equità sociale: è l’espressione più alta dell’agricoltura, una molla per il turismo e, in questo caso, un motivo di impegno nel sociale, prendendosi cura degli altri attraverso il potere coesivo della tavola, la quale valorizza ogni momento di scambio, ogni connessione, per amplificare le nostre voci e così avere un impatto maggiore. Iniziamo concretamente a prenderci cura di chi ci sta accanto, perché così apriamo nuove opportunità di mobilità sociale e incoraggiamo un sistema alimentare salutare ed equo. La parola “refettorio” indica il luogo in cui i monaci si riunivano per condividere il pasto quotidiano: il Refettorio sociale sarà il luogo della fratellanza e della solidarietà, della collaborazione con le associazioni e le organizzazioni locali, con i produttori, con gli artisti e gli architetti, per recuperare un’area degradata da troppo tempo, valorizzarla e trasformarla in un luogo stimolante, aperto alla comunità, simbolo di accoglienza per le persone in situazione di vulnerabilità sociale, laddove servire pasti nutrienti preparati a partire da eccedenze alimentari, che andrebbero altrimenti sprecate”.

“Creare uno spazio della condivisione e offrire esperienze che avranno un impatto reale sulla comunità teramana non può che rappresentare il primo passo per ridurre le disuguaglianze e per dare nobiltà alla politica”, ha concluso la candidata sindaco di Teramo alle prossime elezioni amministrative.

Impostazioni privacy