Atri, San Liberatore e discarica Santa Lucia: parla l’Osservatorio atriano

In questi giorni, tantissime le esternazioni dalle varie forze politiche sia locali che regionali su temi le cui sorti sono da sempre anche nel cuore degli atriani: presidio ospedaliero e discarica zona S. Lucia. Da questi due temi muove la nota stampa dell’Osservatorio Atriano, il Comitato Difesa Ambientale e dei cittadini.

“Fu chiusa una sala parto nuova, da poco inaugurata nel presidio ospedaliero atriano con un enorme spreco di risorse, ed oggi si ripartirebbe da capo nuovamente?”, scrive la coordinatrice, Reparata Graziosi. “Con quali risorse? Il dato allarmante del crollo del numero delle nascite che riguarda la provincia di Teramo e la necessità di attivare un TIN per la sofferenza neonatale, anche questo dovrebbe essere messo su questa nuova progettualità sanitaria? La mobilità passiva, il vero dramma della sanità Abruzzese, può essere risolta con scelte politiche sanitarie miopi senza sguardo al futuro, che cambiano e poi risorgono nel giro di pochi anni? Come semplici utenti e cittadini ci poniamo queste riflessioni, che sono attualissime proprio perchè è anche in discussione il nuovo piano regionale sanitario”.

“Con data di protocollo 30 ottobre 2019, ma effettivamente visibile e consultabile sul portale regionale procedure VIA. solo dopo il recente ponte festivo, la regione stessa pubblica la risposta alla richiesta di proroga presentata al fotofinish dal Consorzio Piomba Fino, autorizzando per ben 90 giorni e concedendo un intervallo di tempo smisurato e raddoppiando addirittura quanto chiesto inizialmente. E quindi ci chiediamo: a questo punto il Consorzio, potrà riformulare l’intero progetto per la discarica di Santa Lucia? La logica procedurale del preavviso di rigetto e dell art.10 bis 241/90 sicuramente ne condizionerà l’esito e quindi si vorrebbe comprendere il ruolo dell’ attuale Commissario del Consorzio, che sembra dettarne anche la linea procedurale e che agli occhi del Comitato Difesa Ambientale e dei cittadini, non è ancora chiarito, se questo sia avvenuto per un contraddittorio paritario o se ci sia una diversità di valutazione degli interessi legittimi delle parti”.

E ancora: “Anche il Comune di Cupello è interessato da una procedura di valutazione ambientale ed è nell’occhio del ciclone per una situazione davvero complessa al vaglio della magistratura. Epperò rimane questo amaro in bocca di due pesi e due misure di questi procedimenti ambientali che presentano tante somiglianze: un’autorizzazione iniziale progettuale datata di ben 10 anni in un quadro di regole anche europee cambiato e che però ha visto nel caso di Cupello, una presa di posizione e di coraggio del Commissario del Civeta, che ha fatto emergere le inadeguatezze di una situazione al limite della regolarità e della sopportazione. Questa infinita contesa e attesa procedurale, sarà un pugno od una carezza al nostro territorio? Sarà il tempo a risponderci, “Il tempo concesso allora sarà galantuomo”. Rivivremo forse il “prodigio di Alessandria” e quella voglia di riscatto di un’intera città che non ci sta più ad essere accantonata sui diritti fondamentali?”.

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