Atri, Piano Regolatore Generale: ‘altro che variante parziale…’

Atri. I consiglieri comunali di opposizione Paolo Basilico (Azione), Alfonso Prosperi e Ugo Giuliani (Pd) e Giammarco Marcone (Rinascimento Atriano) insieme con le segreterie dei partiti, intervengono sull’approvazione, da parte della maggioranza, dei nuovi indirizzi programmatici del Prg (Piano Regolatore Generale).

“Sono passati appena sette anni e già si prende atto della inadeguatezza del Piano. Ma non era questo il Piano perfetto, tanto lodato e premiato che avrebbe guidato e risolto i problemi del nostro territorio e dei nostri concittadini? Già si sente il bisogno di nuovi indirizzi? Allora erano sbagliati quelli adottati in precedenza?”, dicono i consiglieri.

“In sette anni cos’è avvenuto nel territorio atriano tanto da dover proporre una Variante non puntuale? Attenzione! La chiamano Variante parziale, ma in effetti essa è generale, cioè un nuovo PRG, per intenderci. Nel leggere la lunga e criptica premessa della Delibera richiamata, pochi capiranno, anche perché è fatta per non essere capita con il classico gergo pseudo-tecnico che nulla dice e tutto nasconde. A noi spetta il compito di decifrarla e rendere palese ciò che si vuol nascondere. Nella stessa Delibera si dice tradendo l’imbarazzo: che il tempo trascorso dalla approvazione del PRG, pur se inferiore al decennio di piena validità del Piano, è, ormai, da considerarsi congruo ad effettuare una valutazione del suo stato di attuazione…un aggiornamento, oltre che parziali adeguamenti…con modifiche del quadro normativo urbanistico sovraordinato, rivisitazione e aggiornamento zonizzazione e connessa normativa, rivedere la destinazione urbanistica di aree…ecc. Questi “indirizzi” voi li chiamate VARIANTE PARZIALE al PRG? No! Questa è una VARIANTE GENERALE, cioè un nuovo PRG”.

E ancora: “Aveva ragione l’emerito Sindaco Astolfi che parlava di flessibilità e adattabilità e si preparava per la futura variante avendo già gestito con cura le osservazioni al P.R.G. Ma le cambiali politiche prima o poi si devono pagare ed ecco, improvvisamente, si chiede una revisione. A nessuno sfuggirà che nella primavera del 2023 vi saranno le elezioni amministrative e bisogna fare in fretta per accontentare o almeno suscitare le aspettative. Così si aprono le danze, addirittura si promuove un nuovo sistema partecipativo da parte di chi ha sempre rifiutato il confronto, con l’ideazione di un anomalo “Avviso Pubblico finalizzato alla raccolta di manifestazioni di interesse ed a intercettare istanze”. Tradotto: populismo per gli allocchi ammantato di partecipazione (a’ Fra’… che te serve?). Poi verranno anche le Osservazioni previste dalla Legge che, a questo punto, vengono declassificate a puro burocratismo”.

“Voi amministratori”; conclude la minoranza, “non avete una vostra idea di Città, voi non pensate alle Frazioni storiche e alle contrade del nostro territorio che hanno bisogno di servizi e idee; voi non rivolgete lo sguardo ai Comuni contermini con politiche attive. Chiusi nell’isolamento, non avete proposte valide per il Centro Storico che ha bisogno di ripopolamento e non di semplici segni sulla carta”.

 

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