Atreju: folta delegazione teramana alla manifestazione della destra italiana

Si è conclusa nel pomeriggio di ieri la ventunesima edizione di Atreju, la storica manifestazione della destra italiana organizzata da Fratelli d’Italia nell’Isola Tiberina.

 

Numerosa la pattuglia di dirigenti e militanti di Fratelli d’Italia e del movimento giovanile Gioventù Nazionale provenienti dalla Provincia di Teramo giunti a Roma per ascoltare gli ospiti di questa edizione: dal ministro degli Interni Matteo Salvini, al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, passando per l’attesissimo intervento di Steve Bannon, ex capo della strategia di Donald Trump, che ad Atreju ha presentato il progetto della sua rete sovranista “The Movement” a cui aderirà il partito di Giorgia Meloni.

Erano presenti oltre ai tanti militanti, Marilena Rossi coordinatrice provinciale di FDI, Francesco Di Giuseppe vice – presidente di Gioventù Nazionale e portavoce comunale del partito a Roseto degli Abruzzi, il portavoce di Tortoreto Fabrizio Scardecchia insieme al consigliere comunale di FDI Massimo Figliola, il portavoce e consigliere comunale di Teramo Raimondo Micheli, il vice presidente di Azione Universitaria Teramo Brian Marcone, il presidente provinciale di GN Gianluca Ragnoli.

“Siamo presenti come delegazione dal venerdì mattina che ha visto l’apertura dei tavoli tematici tenuti dai vari deputati di FDI divisi in aree tematiche (fisco, ambiente, trasporti, turismo, commercio, impresa, agricoltura etc.) dove hanno partecipato i nostri eletti anche in diretta streaming sulla nostra piattaforma atreju.tv”, commenta la coordinatrice provinciale Marilena Rossi. “Occasioni di crescita politica, di incontro e confronto come Atreju non possono essere mancate per chi vuole riportare sul territorio le migliori idee e proposte per cambiare in meglio, partendo dalla nostra terra e dai nostri dirigenti e consiglieri comunali, l’Italia. Ho molto apprezzato l’intervento conclusivo del nostro leader Giorgia Meloni, un discorso maturo, serio, misurato e di larga veduta. Proprio quello che manca nello scenario politico attuale che vede protagonisti solo “capi” alla ricerca del miglior slogan in risposta ai problemi quotidiani. Come Giorgia Meloni ha fatto ieri mattina con esponenti di altre forze di centrodestra che non si sentono più riconosciuti dai loro partiti di appartenenza, io estendo l’invito alle migliori energie della nostra Provincia, ai consiglieri comunali, ai militanti e semplici appassionati a partecipare alle nostre iniziative e riunioni e ad iniziare un percorso virtuoso con noi”.

La provincia di Teramo è stata protagonista di uno degli appuntamenti più importanti, la consegna del Premio Atreju dal titolo “La mafia e il mestiere dell’antimafia” dibattito introdotto e moderato dal vice presidente nazionale di Gioventù Nazionale Francesco Di Giuseppe, uno dei “nomi” di questo Atreju18. Il premio è stato consegnato ai giornalisti Simone Di Meo e Ugo Clemente, sul palco come ospiti anche il sacerdote anti – camorra Don Lugi Merola e il noto giornalista Filippo Facci.

“Abbiamo scelto di consegnare questo premio a Simone e Ugo perché da più di vent’anni resistono alle minacce, all’omertà, agli attentati della camorra e continuano il prezioso lavoro di informazione e denuncia della criminalità organizzata con coraggio e schiena dritta. A differenza di Saviano che, come confermato da una recente condanna per plagio,  ha saccheggiato il loro prezioso lavoro per costruire il brand Gomorra che ha prodotto soldi e continua a produrne.

Un premio che vuole rendere giustizia a quei “soldati” che combattono la camorra sul campo, restando a Napoli e in Campania rispetto a chi è scappato con il malloppo in mano rifugiandosi in un lussuoso attico di Manhattan e da li pontifica su tutto: dall’immigrazione, alla legalizzazione, alle battaglie LGBT, politica estera dettando la linea alla sinistra comunistarda da salotto. Meravigliosa è stata la testimonianza di Don Luigi Merola che ha raccontato della difficoltà di essere un “Prete di frontiera” e dalla sfida lanciata in uno dei quartieri più difficili di Napoli dalla sua fondazione “A voce d’è creature” che si occupa di contrastare l’abbandono scolastico e dare spazi “sociali” ai ragazzi di Arenaccia, e ha calcato la voce sull’esempio negativo scaturito dalla serie TV tratta dal romanzo Gomorra che ha trasformato dei criminali in eroi o esempi per molti ragazzi”, conclude Francesco Di Giuseppe.

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