Teramo, sindacati contro il Comune: “Bando nel settore pulizie mette a rischio lavoratrici”

Mauro Pettinaro, segretario generale Filcams Cgil Teramo, e Pancrazio Cordone, segretario funzione pubblica Cgil Teramo “apprendono con molto stupore l’intenzione del Comune di Teramo di andare avanti per quanto riguarda il bando di gara d’appalto delle pulizie degli edifici pubblici del comune “, fanno sapere.

“Avevamo già il mese scorso scritto all’ente comunale per chiedere di tornare indietro riguardo il bando di gara, in quanto non presentava clausole sociali (l’obbligo per chi vince il bando di gara di riassumere il personale esistente), non riportava il monte ore da attribuire a ciascun dipendente (tutela fondamentale per non perdere ore di contratto) e presentava un costo esattamente uguale al precedente, ma con un servizio maggiore (si passa da 3 a 5 giorni di pulizie, c’è l’aggiunta della sanificazione e ci sono nuovi edifici da pulire). Ci chiedevamo come fosse possibile presentare un bando di gara che metteva a rischio le lavoratrici impiegate nell’appalto e che metteva a rischio la qualità del servizio stesso, soprattutto nei giorni nostri in cui abbiamo tutti capito l’importanza della pulizia e dell’igiene dei nostri luoghi di lavoro. Il Comune di Teramo aveva sospeso momentaneamente il bando riservandosi del tempo per capire e comprende le nostre rimostranze. Ieri è arrivata la risposta per mail (sottolineiamo, per altro, che nessuno ci ha mai convocato per discutere e confrontarsi su questo tema): nessuna marcia indietro, si prosegue con il bando di gara che mette a rischio posti di lavoro e qualità del servizio”.

E ancora: “Riteniamo gravissimo che un ente pubblico, pagato con i soldi di tutti i cittadini, possa mettere a rischio dei posti di lavoro e contemporaneamente mettere a rischio un servizio a tutela della salute e sicurezza di chi ci lavora e di chi frequenta gli edifici comunali. Sconcertanti sono state le motivazioni a supporto di tale scelta: le clausole sociali sono presenti nella contrattazione nazionale (quindi secondo quale teoria possono non essere citate nel bando? Non esiste un codice degli appalti pubblici che impone l’inserimento delle stesse nei bandi di gara?), il monte ore da attribuire a ciascun dipendente non è presente nel bando di gara con la spiegazione che “in ragione delle attrezzatture e sistemi innovativi di cui dispone la ditta” (il Comune di Teramo quindi addirittura prevede e auspica che ci siano robot che puliscano al posto dei lavoratori? E’ questa l’idea che ha il Comune di Teramo dei servizi negli appalti?). E sul possibile rischio per la salute e sicurezza sul lavoro dei dipendenti comunali e di chi frequenta quegli edifici… nessuna risposta”.

I sindacati concludono: “Noi pensiamo che su un appalto di gara pubblico non si può mettere a rischio la pelle di chi lavora in quell’appalto e di chi usufruisce del servizio di quell’appalto. Ancora più grave se questi atti vengono commessi da un ente che è patrimonio di tutta la collettività. Chi ha stabilito che con i soldi delle nostre tasse possono mettere a rischio i posti di lavoro e il servizio di pulizia e sanificazione? Addirittura il Comune di Teramo inizia a riformare il mercato del lavoro scrivendo che le ore di lavoro non sono importanti, in quanto potrebbero esserci sistemi innovativi e tecnologici. La crisi dovuta dal Covid19 sta minando i posti di lavoro e ci sono enormi problemi in tutti i settori del mercato del lavoro: la nostra collettività non si può permettere di utilizzare i soldi pubblici per mettere a rischio posti di lavoro”.

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