Teramo, sfiducia a Brucchi. Insieme Possiamo: “Ci si metta la faccia in Consiglio”

Arrivare alla fine di questa esperienza politica attraverso la discussione della sfiducia al sindaco in Consiglio comunale, sede istituzionale deputata a questo, nel rispetto della verità e alla luce del sole, davanti a tutta la città, motivando le ragioni che hanno portato a ciò.

Non si tirano certo indietro rispetto alla volontà di far cadere l’attuale amministrazione teramana i consiglieri comunali di opposizione del gruppo “Insieme possiamo” Gianguido D’Alberto, Francesca Di Timoteo, Ilaria De Sactis, Maria Rita Santone e Antonio Filipponi, che, insieme alla collega Maria Cristina Marroni, pur apprezzando l’iniziativa di Gianluca Pomante che li invita dal notaio per firmare domani la sfiducia a Maurizio Brucchi, ritengono che “l’assunzione di responsabilità e la chiarezza delle posizioni siano un passaggio determinante per porre le basi di una vera liberazione non solo dal Sindaco ma da tutto il sistema di potere che ha occupato la nostra città in questi anni”.

Dimissioni del sindaco che, da questa parte politica, arrivano da tempo come da tempo è stata espressa una richiesta (mai ascoltata), di poter affrontare un dibattito chiaro in aula, impedendo a chiunque il “tentativo comodo di rifugiarsi dietro una firma notarile pur di nascondere le proprie responsabilità e di coprire le evidenti colpe con la stessa opacità con cui hanno amministrato e amministrano”.

Chiaro il riferimento ai gattiani che appoggerebbero l’iniziativa di Pomante che, dunque, verrebbe rispedito al mittente pur sostenendo la necessità di terminare al più presto la consiliatura. E come proposta alternativa si chiede il ritorno in Consiglio, con una convocazione urgente, immediata e senza erogazione del gettone di presenza, che abbia all’ordine del giorno solo l’attuale situazione politica, per mettere ciascun consigliere di fronte alla possibilità di esprimere con chiarezza e responsabilità la sua posizione.

“Se dovesse emergere la volontà della maggioranza di chiedere la fine della consiliatura”, si legge nella nota, “ci presenteremo contestualmente davanti al segretario comunale per rassegnare le dimissioni e quindi far decadere la Giunta con lo scioglimento del Consiglio. Un’operazione, peraltro, tutta istituzionale e a costo zero”.

E se anche questa iniziativa sia giuridicamente non vincolante, si tratterebbe comunque di una forma di sfiducia molto più forte perché resa di fronte ai cittadini in un confronto “dove nessuno potrà tirarsi indietro”.

“In ogni caso”, conclude la nota, “qualunque fosse l’esito dell’iniziativa notarile di domani o di altre operazioni, non condivideremo azioni mediatiche di ipocrisia politica e lavoreremo perché resti in ogni sede traccia delle motivazioni alla base le nostre scelte. Sempre distinti politicamente da coloro che negli anni hanno prodotto una situazione di sfascio dalla cui responsabilità ora tentano di tirarsi fuori”.

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