Teramo, Consiglio comunale saltato: la reazione delle opposizioni

Una città che muore mentre chi dovrebbe guidarla pensa solo ai “giochi di potere e alle poltrone”. Critica e compatta l’opposizione all’atteggiamento avuto ieri da sindaco e maggioranza al Consiglio comunale di ieri che è saltato a causa del mancato accordo tra Maurizio Brucchi e componenti del centrodestra che non gli hanno garantito il numero legale.

“Brucchi” ha sostenuto il consigliere del Movimento 5 Stelle Fabio Berardini, definendo “imbarazzante” lo spettacolo andato in scena ieri pomeriggio all’Ipogeo con la sala vuota, “è ben consapevole che queste elezioni politiche rappresentano, per lui, l’ultimo trampolino di lancio per Roma e l’atto di azzeramento della Giunta compiuto ieri è stato solamente un astuto stratagemma per tenere buoni i dissidenti e prendere altro tempo. Tempo che non gli servirà per risolvere i problemi di Teramo, per confrontarsi sui progetti strategici o per risollevare l’economica della città, ma sarà utilizzato solamente per avere delle certezze sulla prossima poltrona da occupare”.

Un capoluogo di provincia bloccato ed ostaggio, ha aggiunto Berardini, di personaggi che, con il loro comportamento, ne stanno decretando la morte giorno per giorno.

Un ennesimo insulto ad una città che vice una sofferenza come non mai nella sua storia”, ha detto Gianguido D’Alberto, capogruppo del Pd che ha sottolineato come la presenza delle sole opposizioni ieri in aula abbia dimostrato ancora una volta chi è che davvero ha a cuore gli interessi della città.

Tutto rimandato, dunque, al prossimo 13 giugno quando alle 16 è prevista la seconda convocazione. All’ordine del giorno sempre le comunicazioni del sindaco che dovrà dimostrare di aver recuperato le redini della sua maggioranza, la rimodulazione dei fondi del Masterplan e la costituzione di un’associazione temporanea di scopo per il progetto “Abruzzo Include”.

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