Maltempo, il sindaco di Notaresco scrive al Papa e a Mattarella

Notaresco. “Ricorderemo per sempre il mese di gennaio 2017, quando in provincia di Teramo due persone sono morte per assideramento. Nessun freddo eccezionale, neppure quando ingigantito dalle scosse di terremoto, avrebbe dovuto prendersi due vite umane, oltre a provocare ingenti danni”.

Così inizia la lettera aperta del sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura, indirizzata alle istituzioni, locali e nazionali compreso il Presidente Mattarella e a Papa Francesco, spiegando che “l’Abruzzo teramano porta il peso di queste due morti, quindi deve ricominciare dall’uomo e dai suoi valori, affinché nessuna vita umana sia più sacrificata sull’altare delle riforme che tagliano soltanto i costi e vedono i cittadini come un peso. I cittadini, insieme al territorio, sono invece i veri patrimoni di una comunità. Per questo essi devono essere visti come un investimento da chi viene eletto a gestire la cosa pubblica. Il benessere dell’uomo e la cura del territorio sono le basi imprescindibili dalle quali ricominciare per costruire una società più giusta. E la terribile settimana di maltempo e terremoto è lì a sottolinearlo, ammonendoci per il futuro”.

Poi il sindaco racconta i problemi del suo “piccolo comune” come la mancanza di energia elettrica, “in alcune zone è mancata per 10 giorni. Questo ha comportato enormi disagi alla popolazione, che senza elettricità non ha potuto neanche riscaldarsi. Grazie al nostro ‘piano neve’, approntato giorni prima del maltempo in virtù dell’allerta meteo e senza pensare alle logiche di bilancio, bensì alla sicurezza della comunità, abbiamo dislocato sul territorio 11 mezzi, che, purtroppo, prima di occuparsi delle strade di competenza comunale hanno dovuto provvedere a liberare quelle provinciali”.

Poi la stoccata all’ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla riforma delle province: “Quando da Sindaco udivo le lamentele della popolazione, pensavo che le riforme andrebbero non solo pensate per le persone destinatarie dirette o indirette delle stesse, ma che andrebbero testate. Comunicare di aver abolito le Province, ma lasciarle in vita senza supporto economico è una riforma?”

Per i giorni di emergenza il sindaco per la sua comunicata ringrazia “oltre ai dipendenti comunali, gli splendidi volontari della Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e gli infaticabili Carabinieri, unici simboli di uno Stato che per il resto non si è visto per lunghi giorni. Alla luce di questa durissima esperienza che ha toccato tante comunità, oggi posso affermare con ancor più convinzione che le riforme devono essere scritte con il cuore, perché la politica non può essere mero calcolo economico. Se penso alle riforme degli ultimi anni, prendo atto che esse ci hanno reso tutti più fragili, perché hanno reso il nostro Stato più debole. Per questo chiedo a tutte le istituzioni di operare per il futuro ponendo sempre l’uomo e il territorio come fine e il bene comune come mezzo, altrimenti la spinta riformatrice si esaurirà premiando questo o quel piccolo potentato economico”.

Di Bonaventura chiede al Santo Padre, al Vescovo Seccia e al Parroco di Notaresco “di supportare l’azione dei governanti, richiamandoli ai valori del cristianesimo. La sala consiliare del Comune di Notaresco è a disposizione di chiunque voglia aprire una nuova pagina di governo della collettività, ripartendo dall’uomo e dal territorio e non dal primato dei conti. Perché i conti non muoiono, mentre gli uomini, purtroppo, sì”.

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