Elezioni Tortoreto, Richi ai “dissidenti”: “non servono dietrologie ma programmi”

TORTORETO. Il dibattito e le strategie per le prossime amministrative a Tortoreto iniziano a diventare calde.

 

Tra percorsi più o meno chiari, torna a farsi sentire l’ex sindaco Alessandra Richi. Riflessioni che l’avvocato affida ad una sorta di lettera aperta anche per argomentare il percorso dei 4 (ex) compagni di viaggio (Renato Chicchirichì, Rosita Di Mizio, Rosella Di Pancrazio e Federico Di Lorenzo) di “Impegno Civico”, orientati ad avere un proprio ruolo nelle comunali di primavera.

Un percorso teso a dar vita ad una lista autonoma, sganciata delle sigle di partito, anche se è chiaro che dei contatti con gli schieramenti che si sono originati (o in via di formazione) esiste e probabilmente seguirà.

 

La Richi torna sugli argomenti alla base della fine anticipata della consiliatura.

 

 

“Non è il momento di fare dietrologia ma di guardare avanti nell’interesse del paese”, spiega l’ex sindaco, “dei cittadini che lo vivono, dei turisti che lo scelgono come meta di soggiorno, di quanti in sintesi lo popolano. Troppe le impellenze e opere indifferibili per la nostra comunità, a partire dalla costruzione del nuovo plesso scolastico, alla bonifica definitiva della discarica ancora sotto sequestro, al completamento della messa in sicurezza rischio idrogeologico. I “dissidenti” vadano pur legittimamente per la loro strada, indicando obiettivi, metodi e tempi di relativo realizzo, ma per essere credibili e corretti con la cittadinanza, semmai una altra verità ci fosse stata per il loro comportamento, avrebbero dovuta esporla a tempo debito”.

 

Che il tema della fine anticipata della sua amministrazione possa diventare un tema di campagna elettorale, la Richi non lo ritiene un percorso possibile, a prescindere poi dal ruolo che la stessa andrà ad assolvere nella prossima tornata.

 

 

“Nessuna giustificazione valida per un ammutinamento clamoroso dopo mesi di silenzio e senza alcun tentativo di discutere e lottare apertamente nelle sedi opportune”, prosegue, per sostenere eventuali posizioni o doglianze, avendone ruolo, numeri e titolo. Nell’unitarietà, mai negata, di intenti fondamentali del nostro percorso politico ed elencati nel programma elettorale, in gran parte portato a termine. Demagogico ed irrispettoso verso i concittadini paventare da mesi e mesi quanto si sarebbe dovuto rivelare per dovere istituzionale nel consiglio comunale del 29 aprile 2016, come diversamente compiuto dalla sottoscritta, che ha chiaramente motivato le ragione delle revoche agli assessori Di Mizio e Chicchirichì, esponendosi a pubblico dibattito. Una legittima difesa, proporzionale ad una offesa, giunta senza preavviso e giustificazione.

 

Se si pone in atto un ammutinamento siffatto nella massima assise pubblica comunale, poi si deve avere coerentemente la forza di dare le vere ragioni dello stesso comportamento nel medesimo organo consiliare. Diversamente ci si è presi gioco delle istituzioni, dei consiglieri comunali tutti, dei cittadini presenti ed anche di quelli assenti”.

 

Non è tenera nel giudizio politico Alessandra Richi, che fa alcune ulteriori considerazioni.

 

“La  validità, regolarità e imparzialità del nostro operato non si racconta”, dice ancora , “ma si legge attraverso le delibere di giunta e gli atti consiliari, nonché tramite le innumerevoli disposizioni di pianificazione periodica che il sindaco trasmetteva ai delegati e riscontri di rimando. Chi si assume la responsabilità di interrompere il corso di vita di una amministrazione è giusto che si prenda anche la responsabilità di rimettersi in campo per sostenere un proprio distinto programma, sottoponendosi al giudizio degli elettori, i soli abilitati ad esprime la decisione finale. Altrettanto atteggiamento maturo e serio è guardare al futuro sulla base di contenuti sostanziali lontani dalla politica del fango, che spesso sconfina nella calunnia e diffamazione. Non ci si riabilita nella menzogna o screditando l’avversario, ma confrontandosi su dati reali, dando prova della propria forza, della concretezza riposta in poche idee chiare e fattibili, del bagaglio politico che ci contraddistingue. Il passato è storia. I dettagli vanno lasciati alla intelligenza di chi vuole conoscerli direttamente ed in contraddittorio”.

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