Tortoreto, crisi politica, i non eletti: urge incontro collegiale

Tortoreto. Sono rimasti alla finestra, osservatori di una disputa politica che ancora non conosce approdi. In attesa di un dialogo sul rispetto del programma elettorale, che però ritengono che ancora non c’è stato.

 

 

 

A prendere una posizione sulla crisi politica in atto al Comune di Tortoreto, sono in 4 (Sabatino Palombieri, Claudio Seccafieno, Carlo Dezi e Alfonso Mazzagufo), che erano candidati con la lista della Richi, ma non eletti in consiglio comunale. I 4 non parteggiano per nessuno dei due gruppi che si sono di fatto formati in seno alla maggioranza, ma avanzano importanti riflessioni. Soprattutto sulla necessità di mettere in

 

“Siamo rimasti favorevolmente”, scrivono in una nota, “colpiti dalla pacatezza e disponibilità al dialogo nel comunicato stampa dei cosiddetti (denominati) “dissidenti”, solo perché ostinati nel richiedere il rispetto di quanto previsto nel nostro programma elettorale. Ribadiamo che il candidato sindaco doveva essere considerato come figura di sintesi e garanzia di tutti e dunque esecutore delle decisioni del gruppo consiliare vincente alle elezioni. Naturalmente dopo aver dibattuto con tutti gli altri, tenendo conto delle scelte della maggioranza dei presenti. Purtroppo non si é dato seguito ai buoni propositi: al punto che buona parte degli eletti e di quelli che componevano la lista sono rimasti in perenne attesa di questo coinvolgimento auspicato e quasi mai praticato. In modo ancor più scorretto si é arrivati a quell’epilogo senza nessuna convocazione e senza nessun dialogo con una scorrettezza non solo politica ma anche umana. Riteniamo che non sia più rimandabile quell’incontro, mai avvenuto, dal quale sperare di poter ripartire con nuovo slancio, in rispetto a quanto promesso ai cittadini di Tortoreto e mostrare finalmente quella partecipazione tanto attesa e sperata con l’intento che nel futuro non si arrivi più a punti di rottura tanto eclatanti quanto negativi per l’immagine della nostra compagine e di riflesso per la nostra città”.

Un confronto, dunque, non più rinviabile e a questo punto da allargare anche a coloro che hanno recitato una parte attiva nella precedente competizione elettorale.

 

“Non si possono modificare i nostri programmi illustrati in campagna elettorale”, scrivono i 4, “senza che questi vengano prima dibattuti da tutto il gruppo e decisi poi a maggioranza: il dialogo era uno dei nostri cardini, facciamo che lo sia anche per il futuro. Così come era stato deciso, ci auguriamo che finalmente le decisioni vengano prese collegialmente per salvaguardare solo il bene del paese e dei cittadini”.

 

 

 

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