A Teramo la poetica di Giovanni Melarangelo attraverso la musica e la danza

Il prossimo giovedì 3 novembre 2022 la mostra Giovanni Melarangelo (1903-1978): l’artista e i suoi percorsi, curata dal prof. Paolo Coen e allestita presso L’ARCA – Laboratorio per le Arti Contemporanee di Teramo, visitabile ancora fino al 14 novembre – accoglie tre momenti performativi e musicali.

L’evento, a cura della prof.ssa Paola Besutti per la musica e della prof.ssa Nika Tomasevic per la danza, si contraddistingue per la successione di tre linguaggi diversi l’uno dall’altro, eppure capaci di condividere lo stesso spazio, lo spazio dell’arte, nel nome della qualità estetica e del rispetto reciproco.

I tre momenti performativi e musicali spaziano dal concettuale all’hip hop, passando attraverso il classico. Essi si svolgono direttamente all’interno della mostra, al cospetto della tela La maestra di danza (Liliana Merlo), così da sottolineare il loro stretto e reciproco collegamento. I tre momenti sono accomunati dal richiamo al maestro di Teramo, al dialogo ch’egli volle tessere con il mondo della danza e, più in generale, all’unità fra le arti visive, musicali e performative.

Il programma di giovedì 3 novembre

ore 18.00 saluti istituzionali, alle 18.15 l’introduzione della serata da parte delle curatrici Paola Besutti e Nika Tomasevic; alle 18.30 le esibizioni: Primo momento con il performer Giorgio Loffredo e Gianmarco Alcini alla fisarmonica; Secondo momento con la danzatrice classica Sara Marchetti e Jacopo Sabbatucci alle percussioni; Terzo momento con la hip hop dancer Federica Sciroli e Piergiorgio Mattiucci al flauto.

L’evento, promosso dal Comune di Teramo e organizzato dall’Associazione Teramo Nostra, è curato per la parte scientifica dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Teramo, con la collaborazione per la parte musicale dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Gaetano Braga” di Teramo e la collaborazione della Fondazione Tercas.

L’opera La maestra di danza raffigura una donna che, protesa in avanti, si sistema le scarpette, un gesto caratteristico di qualsiasi danzatrice. Sebbene formalmente essa mantenga il titolo de La maestra di danza, fin dai tempi della realizzazione è nota attraverso le fonti come il Ritratto di Liliana Merlo. Liliana Merlo rappresenta una personalità chiave nell’ambiente culturale e artistico di Teramo.

Liliana Maria Antonieta Dolores Merlo era nata nel 1922 a Buenos Aires, da una famiglia di emigranti italiani di umili origini. Quando e come ella abbia iniziato a danzare resta ancora in parte oscuro: «Non c’è mai stato un inizio. Fin da bambina ero spinta a riunire le mie compagne di giochi e farle danzare», avrebbe dichiarato più tardi. Affermatasi già in Argentina come danzatrice, coreografa e insegnante, Liliana si era trasferita in Italia nel 1957, incontrando all’Accademia di Roma Jia Ruskaya.

Il quadro di Giovanni Melarangelo la restituisce nel 1961: siamo dunque nei primi anni del cosiddetto periodo abruzzese della Merlo che, trasferitasi a Teramo due anni prima, nel 1959, si distinse per un’inesauribile attività sia nel campo della danza, appunto, sia nel movimento per i diritti femminili. Melarangelo, esattamente come aveva fatto spesso Degas ma anche secondo la propria prassi consueta, evita il ritratto classico e l’esaltazione del gesto artistico per restituirla fuori dell’azione, in un momento di riposo o comunque di pausa tra una lezione e l’altra.
Giovanni Melarangelo (1903-1978) per tutta la carriera e ancor più nella fase matura strinse un legame a doppio filo con il mondo delle arti performative e i suoi protagonisti. Un congruo numero delle opere del maestro di Teramo, alcune delle quali selezionate per la mostra fino al 14 novembre a L’Arca, raffigurano clown, trapezisti, acrobati, attori e appunto danzatori o danzatrici. Nel 1961 Melarangelo dipinse a olio La maestra di danza. Il quadro rientra nella fase matura della carriera del maestro. Lontani ormai gli anni del verismo umanitario e anche la fase propriamente sperimentale, Melarangelo ha ormai raggiunto un discreto successo regionale e nazionale. La delicata ed elegante variazione sui blu de La maestra di danza rivela debiti verso artisti già allora considerati classici – Edgar Degas e Pablo Picasso su tutti – come pure l’aggiornamento sulla scuola torinese e romana, da Felice Casorati a Renato Guttuso.

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