Il giornalista teramano Antonio D’Amore vince il Premio Città di Siena col libro “Ciccione”

Che quel libro, presentato lo scorso anno, avrebbe raccolto consensi lo si era capito subito. Un modo accattivante di essere autoironici, ma anche capace di far riflette.

“Ciccione” di Antonio D’Amore (Leo Nodari Editore) ha ottenuto il Premio Letterario Città di Siena, giunto alla seconda edizione. Tra i finalisti figuravano “La natura esposta” di Erri De Luca e “La Guerriera dagli occhi” di Marco Rovelli.

Giornalista, editorialista, direttore di più testate, fondatore di quotidiani, Antonio D’Amore è considerato una “penna di peso”. Non per la sua mole imponente, ma per essere stato sempre al passo coi tempi nel campo giornalistico. Anzi, è stato anche un passo più avanti rispetto a molti. Il suo libro ha ottenuto il meritato riconoscimento, il primo posto.

D’Amore è stato premiato con un’opera d’arte dello scultore Paolo Morandi, a Siena, una città che considera anche sua visto che qui ha trascorso gli anni del liceo e dove ha lasciato e ritrovato tanti amici.

Ha permesso alle emittenti locali con cui ha colaborato o di cui è stato anche direttore, di proporre un nuovo modo di fare giornalismo, in diretta, a contatto con la gente, con la sua memorabile trasmissione “TempoReale” che ha ottenuto in Abruzzo premi importanti.

Ha scritto favole per bambini, ha elaborato sceneggiature, ha scritto “Ciccione”, il libro per molti aspetti autobiografico che dispensa straordinarie pillole di verità e che si lascia leggere tutto d’un fiato. D’Amore, sposato con la giornalista Elisabetta Di Carlo, non si aspettava un riconoscimento tanto importante per la sua carriera giornalista. Una vittoria che ha voluto dedicare alla figlia Giulia.

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