Migliaia di pellegrini per la conclusione della XXXV Tendopoli FOTO

Isola del Gran Sasso. Cala il sipario sulla XXXV Tendopoli di San Gabriele. L’ultimo giorno della Tendopoli si è aperto con la tradizionale marcia a piedi dei tendopolisti verso Isola del Gran Sasso, accompagnata dai tamburi e dalle chiarine del gruppo dei Musici di Taranto. Ad attenderli al ritorno nel Santuario c’era il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona, con il vescovo di Teramo Mons. Michele Seccia e altri trenta sacerdoti provenienti da tutta Italia.

“Carissimi ringrazio padre Francesco e la Comunità dei Passionisti che custodisce questo luogo santo”. Ha esordito così il cardinale Menichelli prima di iniziare una partecipata e seguitissima celebrazione eucaristica. “La mia intenzione di preghiera è per ognuno di voi, per la vostra esperienza e per la vostra responsabilità familiare. Ognuno di voi possa compiere il progetto che Dio vi ha affidato. La vostra esperienza la leggo oggi in queste figure bibliche che abbiamo incontrato nelle letture. Tre personaggi. Abramo che ascolta il comando di Dio di andarsene dalla sua terra per un’avventura che non conosce. Paolo che svela a tutti noi il suo essere stato conquistato da Cristo. E poi l’anonimo e inquieto personaggio che viene definito “un tale”. Questo anonimo personaggio posso esserlo io, può esserlo ognuno di voi. Un tale che cerca un passo per qualcosa di grande e che si pone la domanda misteriosa: “Che posso fare per avere la vita eterna?”. Quel tale cerca qualcosa di grande, ma è incapace e se ne va triste. Queste tre figure hanno la caratteristica della contemporaneità. Sono esperienze per ognuno di noi. E allora vi faccio una domanda ragazzi: “Io sono libero si o no? Sono capace di chiedere che cosa devo fare per avere la vita eterna?” Qualche sera fa colloquiando con alcuni genitori, alla domanda cosa significa essere liberi, una mamma ha detto che la “la libertà è fare quello che piace”. Oggi le domande di senso sono state dirottate. Ogni giorno veniamo indotti a saziarci su cosa ho, cosa mangio, cosa consumo, di che cosa godo. E’ come se l’uomo sia inciampato su se stesso. L’uomo non si capisce più. Siamo dentro la religione delle cose. Ma l’inquietudine non se ne è andata. Cari ragazzi vi hanno dato ogni bene, concesso ogni libertà e soddisfazione, allora perché non se n’è andata l’inquietudine e la noia che qualche autore osanna da tempo? Il male di questo tempo è l’indifferenza addormentata che dice che Dio non serve. Il male di questo tempo è affittato alla tecnologia che non spiega la bellezza dell’amore, le lacrime della solitudine, il mistero della morte e la grandezza e la fruttuosità della vita. Anche il San Gabriele pur avendo tutto non era soddisfatto e decise di farsi passionista. E la parole passionista diceva tutto: “la passione di Gesù”. Io non ho titolo di santità per darvi consigli carissimi ragazzi, ma vorrei che tutti foste convinti che la vita è un dono non di vostra proprietà. Io vorrei che ognuno di voi foste capace di ringraziare il Signore per la vita. Vorrei che ognuno di voi sia capace di dirsi “Io sono una meraviglia”. La società scarta ciò che è distorto. Avete visto mai voi un concorso per portatori di handicap? No. Forse loro non sono portatori di vita come noi? Vorrei anche che ognuno di noi fosse convinto che la vita è un dono, una sinfonia, un’armonia di bellezza, non di competitività. E nulla vorrei sia sciupato, consumato, disordinato. Vorrei che tutto sia un ringraziamento a Dio. La liturgia della chiesa dovete portarla nella vita. Avete parlato in questi giorni della famiglia, ma quand’è che vi ribellate a questa società che ci costringe a dire compagna e non sposa? Se fondate il matrimonio sul piacere non ha senso. Lasciatevi conquistare da Cristo. La sua è una conquista di misericordia. Lui è il dio della libertà. Non scambiate mai la libertà con l’autonomia. Guardate il crocifisso e domandatevi “Lui è libero o no?”. La libertà è che li sulla croce Gesù c’è andato liberamente. La libertà è la scelta del bene e dell’amore totale. Se vi lasciate conquistare da Cristo non illanguidite nei programmi. I nostri piaceri ingolfano, il suo amore rallegra. Un altro piccolo suggerimento che prendo da Paolo che diceva che evangelizzare è la gioia, la speranza. Non fatevi addormentare dalle cose, di cui pur dovete godere. Non lasciate che le cose imprigionino la vostra vita. E’ necessario che siate voi a scuotere la storia. Avete smesso di indignarvi voi giovani. Dovete tornare a mettere in circolazione l’indignazione per questo appiattimento che c’è in giro, per tutto il permissivismo che c’è. Date uno scossone alla storia. Questa evangelizzazione ragazzi vi deve impegnare a stare dentro la storia e a scuoterla”.

Presenti anche l’ex ambasciatore italiano presso la Santa Sede Giuseppe Balboni Acqua, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e i sindaci di Isola Roberto Di Marco, il vice sindaco di Colledara Gesidio Frale e il sindaco di Montorio al Vomano Gianni Di Centa.

Al termine della messa la tradizionale foto davanti al vecchio Santuario.

Sceso il sipario su questa XXXV edizione, il fondatore e anima della Tendopoli padre Francesco Cordeschi ha mostrato tutta la propria soddisfazione per questa Tendopoli ricordando ai giovani: “Non date credito, come dice papa Francesco, a chi ‘disprezza e maltratta la famiglia’ essa è il capolavoro di Dio”.

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