Tortoreto, vertenza Betafence: brusco stop nelle trattative. Proclamato lo stato di agitazione

Tortoreto. Una brusca retromarcia su quanto emerso in precedenza e il tavolo di trattativa per definire la vertenza Betafence subisce un improvviso stop.

 

E’ l’esito del confronto, da remoto, che si è tenuto oggi tra le organizzazioni sindacali territoriali (Fim Cisl e Fiom Cgil) che avevano chiesto l’incontro, la proprietà dell’azienda di Tortoreto (i dirigenti Preasidiad) e la Regione.

Ebbene, durante l’incontro, come si legge in una nota dei sindacati, la proprietà ha chiesto delle sponde di natura economica, proposta che anche la Regione ha rigettato senza la garanzia di una tutela del livello occupazione dello stabilimento di Tortoreto.

“Nel vertice”, si legge in una nota, si è passati da una sostanziale conquista a “ringraziamento” per non aver staccato la spina ad una realtà viva che non aveva bisogno di oracoli proiettati al futuro e rimescolatori di carte.

Gli stessi, pensando, che nel centro Italia si porti l’anello al naso hanno cercato anche applausi per la loro grazia a non sopprimere il sito cercando anche improbabili sponde economiche, tramite istituzioni che a loro volta le hanno rigettate al mittente senza appropriate garanzie di tenuta occupazionale”.

Tutti aspetti, che hanno spunto i sindacati ad interrompere il tavolo di trattativa e di imboccare di nuovo il sentiero della battaglia. Nella giornata di domani, in sede di assemblea, ci sarà un confronto con le maestranze per definire le iniziative da intraprendere.

Nel frattempo è stato proclamato lo stato di agitazione che nelle giornate del 17 e 18 dicembre interesserà anche le aree a ciclo continuo della Betafence. Contestualmente, le sigle sindacali hanno chiesto al Sottosegretario Alessandra Todde di convocare una riunione urgente al Mise.

 

 

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