Teramo, il Comune saluta il Prefetto Patrizi, la Provincia chiede al Ministero di farla restare

Con una nota indirizzata al Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgiese, il presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura, chiede di rimandare il pensionamento del Prefetto Graziella Patrizi alla quale riconosce “notevoli doti umane e professionali”.

“Abbiamo avuto modo di apprezzare il rigore e l’efficienza di questo funzionario dello Stato che non ha mancato di mostrare con sensibilità la sua vicinanza a noi amministratori e alla comunità in momenti molto difficili – scrive Diego Di Bonaventura – Questo territorio è fortemente provato da una serie di eventi che fino alla pandemia avremmo definito eccezionali ma che oggi, rispetto a quello che sta accadendo, sappiamo che sono state pallide prove generali di situazioni drammatiche. Sono preoccupato perchè l’avvicendamento in una funzione tanto delicata e in piena pandemia, con la Fase 2 che ancora non parte, può rappresentare un’ulteriore criticità da affrontare. E forse non ce lo possiamo permettere. Comprendo che siamo di fronte ad automatismi amministrativi ma forse ci sono i margini, certamente ragioni concrete, per rinviare questo pensionamento ad un momento migliore, procastinadolo di qualche mese per consentire un avvicendamento che avvenga senza lasciare questo territorio, nemmeno per un giorno, privo della massima espressione dello Stato”.

Dal Comune di Teramo arriva invece il saluto del sindaco Gianguido D’Alberto: “Sin dal mio ingresso nella vita politica, avevo avuto modo di verificare gli accenti positivi che indirizzavano la sua attività. Dall’elezione a sindaco, poi, mi sono direttamente confrontato con la sua fermezza, con la costante affermazione del rigore istituzionale, con la qualificata sensibilità nei confronti di un territorio che negli ultimi anni si è davvero misurato con accadimenti di straordinaria portata, tali da scuoterne nelle fondamenta le sicurezze sociali, economiche, civili. Sono stati anni difficili, che abbiamo vissuto con una particolare assunzione di responsabilità. L’impegno cui siamo stati chiamati tutti noi, ha avuto come riferimento istituzionale proprio la Prefettura, che non ha lesinato a sua volta il coinvolgimento, sin da subito manifestato in tutta la sua autorevolezza. Non sono mancati i momenti di difficoltà mai sfociati in incomprensioni  né tantomeno in contrasti ma sempre forieri di sviluppi che hanno avuto quale riferimento assoluto il bene della nostra collettività. Ritengo che il suo operato tra noi, abbia avuto anche l’alto merito di dare luce ad un ruolo e ad una funzione dello Stato non sempre compresi nella loro concreta e reale accezione. Ciò conferma, tra l’altro, il valore della presenza della donna nelle istituzioni e consolida un apporto di cui la nostra storia è ricca e che dovrà continuare ad essere espresso in tutta la sua efficacia”.

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