Pineto: l’area di sgambamento cani al Quartiere dei Fiori spacca i cittadini

Oggi pomeriggio l’assessore all’ambiente del comune di Pineto, Laura Traini, ha incontrato i cittadini del Quartiere dei Fiori per illustrare loro il progetto dell’area sgambamento cani, opera in realizzazione dalla fine di questo febbraio, al costo di 15 mila euro.

Il parco recintato avrà un ingresso, un anti ingresso per favorire l’ambientazione e la socializzazione dei cani e due aree divise, pensate proprio per venire incontro alle diverse necessità legate alla taglia e al temperamento dell’animale. Nei due spazi ci saranno abbeveratoi, panchine e cestini; mentre nuove piantumazioni creeranno ulteriori punti d’ombra. “Si tratta di un parco pubblico a tutti gli effetti, sempre aperto ma non custodito”, ha spiegato l’assessore Traini. “Ci avvaleremo della collaborazione di due associazioni locali, Anta e APPA Onlus con cui abbiamo svolto diverse attività sul territorio con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione”.

La gestione e la manutenzione del prato spetterebbe al Comune, mentre il decoro dell’ambiente, tecnicamente, dovrebbe essere responsabilità del padrone del cane: “nel caso in cui la situazione dovesse degenerare, allora stabiliremo una convenzione con le associazioni, sia per la sorveglianza che per la pulizia del parco”. Controlli che, a detta dell’assessore, dovrebbero comunque tenere assiduamente i Vigili, approfittandone anche per verificare il possesso del microchip.

Se da un lato l’iniziativa trova d’accordo chi possiede un amico a quattro zampe, dall’altro una buona parte della cittadinanza non condivide questa scelta. I motivi sono diversi ma uno fra tutti, è la priorità dei servizi: per i cittadini presenti, l’area di sgambamento cani non è affatto una priorità. Le necessità della zona, infatti, sarebbero altre: marciapiedi, illuminazione – soprattutto lungo via delle Rose, la strada che costeggia il futuro parco per cani – manutenzione del verde, cestini lungo le vie…I cittadini inoltre, rivendicano partecipazione. I rappresentanti del Comitato di quartiere presenti all’incontro, non sarebbero stati coinvolti nella decisione di realizzare un parco simile, considerato “un atto di arroganza, un’imposizione che non ha contemplato per niente il nostro parere”.

 

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