Coronavirus, la Cgil Teramo: “Gestione approssimativa della Asl”

La Cgil Teramo scrive alla Asl ed ai vari presidi ospedalieri teramani per chiedere delucidazioni in merito alle procedure attuate per arginare il contagio da coronavirus.

“Con nostra lettera del 25 marzo, all’indomani del protocollo sulla prevenzione e sicurezza per il personale sanitario sottoscritto dal Ministero della Salute e dalle parti sociali, abbiamo chiesto che fosse programmata rapidamente l’esecuzione dei tamponi diagnostici per il  Covid-19 a tutti i lavoratori che operano nei presidi ospedalieri essendo questi ultimi dei luoghi di lavoro non solo per dipendenti della ASL ma anche per i lavoratori delle ditte di pulizia, distribuzione pasti, manutenzione degli impianti, cooperative sociali, guardarobieri e addetti alla biancheria, in somministrazione, stesso personale che spesso opera ed interagisce con più unità operative –  scrive il segretario Giovanni Timoteo – Riscontriamo nostro malgrado che a tutt’oggi non abbiamo ricevuto risposte concrete.  Registriamo purtroppo, oramai giornalmente, segnalazioni da parte di operatori sanitari e non, i quali si trovano sempre più spesso a far fronte a criticità, di varia natura, frutto di una impostazione che, spesso appare approssimativa e che ha determinato e rischia di determinare il continuo diffondersi del contagio”.

E ancora: “Si evince, come le modalità operative adottate fino ad oggi non abbiano generato, pur considerando la portata dell’emergenza a cui si cerca di far fronte, quelle risposte che sia gli operatori che la popolazione si attendevano, ma hanno creato in tutti, contrariamente al previsto, nuove e profonde insicurezze che potrebbero essere colmate anche attraverso l’ascolto di tutti quei soggetti istituzionali ed associativi come la scrivente che si propongono prioritariamente come interlocutori propositivi. In questo drammatico e triste momento che grava sulla vita delle persone e di tutte le comunità, siamo tutti, perfettamente consapevoli di quanto sia prezioso ed essenziale il lavoro nella sanità. Giustamente ringraziamo medici, infermieri e le altre figure professionali impegnate dentro i P.O. per un’attività di frontiera che li espone quotidianamente al rischio di contagio. Siamo anche convinti però, che al di là della semplice retorica, il modo migliore per riconoscere e rispettare il loro lavoro, risieda nell’attenzione, nel rigore, nella qualità, nella responsabilità e nell’impegno che si mettono nel programmare ed organizzare strumenti ed azioni che siano realmente efficaci per garantire tutela e sicurezza della salute”.

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