Utile di oltre due milioni di euro per la ex Banca di Teramo

“E’ stata una operazione efficace, positiva e necessaria, un salvataggio che ha evitato gli effetti devastanti che si sarebbero potuti verificare per la BCC di Teramo se la fusione con quella di Castiglione M. R. e Pianella non ci fosse stata. C’erano i numeri per questo intervento e a distanza di oltre 8 mesi gli indici per la nuova realtà sono addirittura migliorati”. Con queste parole il Presidente della BCC di Castiglione M. R. e Pianella, Alfredo Savini, commenta i dati della fusione per acquisizione della ex BCC di Teramo, approvata quasi all’unanimità dai soci di entrambe le realtà nel giugno del 2016, operazione che ha dato vita ad un’unica banca cooperativa con più di 35 mila clienti e 145 dipendenti.

Il Bilancio di esercizio 2016 si chiude con un utile di oltre 2 milioni di euro, al netto dei costi per interventi di sostegno a favore del sistema di 380 mila euro e dopo aver destinato circa 15 milioni a ulteriori accantonamenti, per incremento dei fondi a protezione del rischio di credito. Ne deriva che è migliorato l’indice di copertura delle sofferenze, (58%, contro il 52% ante fusione); le inadempienze probabili che erano coperte al 9%, ora lo sono al 27%; gli scaduti hanno ora una copertura del 9% rispetto alla precedente del 2%.

La nuova banca – secondo quanto comunicato – gestisce masse amministrate pari a quasi 2 miliardi di euro e ha un patrimonio di 65 milioni di euro, dei quali ben oltre 30 milioni di “patrimonio libero” e un indice di solidità patrimoniale (Total Capital Ratio) rimasto, dopo la fusione, al 18%, ampiamente al di sopra dei requisiti minimi regolamentari e della media del sistema del credito cooperativo che si attesta al 16%, oltre che della media del sistema bancario.

“L’aggregazione è stata anche la risposta all’evoluzione dei mercati e del sistema bancario – commenta Savini (Presidente anche della Federazione Interregionale e membro del Consiglio Nazionale di Federcasse) – con la fusione la banca ha conseguito una migliore efficienza operativa aumentando la dimensione minima necessaria per fare banca oggi e valorizza pienamente il radicamento sul territorio senza dispersione di risorse in attività non a servizio diretto della clientela. In tal modo, il confronto con la concorrenza è più efficace ed è più elevata la capacità di rispondere, con nuovi prodotti e servizi adeguati, alle aspettative di soci e clienti”.

“La fusione è stata una operazione di cui siamo orgogliosi – aggiunge il direttore generale Di Giampaolo – alla luce dei dati emersi non possiamo non ritenerci soddisfatti per quanto avvenuto”.

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