La faglia dei Monti della Laga e la diga: l’intervento

In riferimento alle notizie diffuse in queste ultime ore le condizioni di pericolosità sismica nell’area del lago di Campotosto, la Sezione di Geologia Ambientale della Società Geologica Italiana, che il 13 giugno 2015 ha organizzato in Abruzzo (Comune di Crognaleto) un forum seminariale sul tema  “Il rischio sismico nell’alta Valle del F. Vomano: la faglia dei Monti della Laga”, rivolto ai vari enti territoriali ed alla società civile, intende fare chiarezza su alcuni aspetti importanti.

 

       Nell’estremo settore sud-occidentale della catena del Gran Sasso e sul versante occidentale dei Monti della Laga, sono presenti due faglie estensionali, ben note in letteratura, la “Faglia delle Tre Selle” e la “Faglia dei Monti della Laga”, le quali mostrano chiare evidenze di attività tettonica recente (faglie attive e capaci).

Lungo la Faglia delle Tre Selle, che borda a meridione il tratto di catena M. Corvo – Pizzo d’Intermesoli – Corno Grande, la magnitudo Mw massima attesa è stimata pari a 6.9.

 

In riferimento alla Faglia dei Monti della Laga (borda ad occidente l’omonima catena e si sviluppa, nell’estremo settore meridionale, lungo il confine tra il comune di Crognaleto ed il comune di Campotosto), studi ed analisi paleosismologiche hanno già da tempo accertato che tale segmento di faglia si è ripetutamente attivato negli ultimi 8000 anni, e tale faglia nell’attuale sequenza sismica in atto nella provincia de L’Aquila ha dato origine, lo scorso 18 gennaio, ai 4 eventi sismici di magnitudo Mw variabile da 5.0 a 5.5.

 

L’assenza di terremoti storici importanti (Mw > 6 ), riferibili all’attivazione della Faglia dei Monti della Laga, consente di definire tale sorgente sismogenetica (similmente alla Faglia delle Tre Selle) come “silente” in epoca storica, ma non si può naturalmente escludere la possibilità di futuri forti terremoti con magnitudo Mw massima attesa pari a 6.5 – 6.7 e quindi un elevato livello di pericolosità sismica per le aree prossime a tale sorgente.

 

A tale proposito è opportuno ricordare che la “Faglia dei Monti della Laga” corre a breve distanza (circa 160 metri) dalla diga di Rio Fucino del Lago di Campotosto (224 milioni di mc d’invaso) e che in caso di rotture di faglia in superficie (massimo rigetto superficiale atteso intorno al metro), i possibili gravi danneggiamenti e comunque l’eventuale rottura della suddetta diga in calcestruzzo, alta 44 metri, causerebbe un’onda di piena lungo il Rio Fucino, e quindi sul fondovalle del Fiume Vomano, le cui conseguenze non sono ancora state adeguatamente valutate e mitigate.

Si esclude invece la possibilità di importanti fenomeni franosi che, coinvolgendo i rilievi circostanti il lago di Campotosto, possono dare corso ad un “effetto Vajont”, in quanto non sussistono le condizioni geomorfologiche e geologico-strutturali necessarie per il verificarsi di tale evento.

Si segnala infine l’urgente necessità di ulteriori indagini e studi sulla “Faglia dei Monti della Laga” e naturalmente sulla diga del Rio Fucino sia per un’approfondita analisi degli scenari di rischio sia per una attenta valutazione delle eventuali variazioni che lo svuotamento più o meno rapido del bacino artificiale potrebbe apportare allo stato tensionale della faglia stessa.

 

 

      Dott. Leo Adamoli  

(Il Coordinatore nazionale della Sezione di Geologia Ambientale)

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