Ciclista morto a Roseto: CCiclAT torna a chiedere una legge sulla mobilità ciclistica in Abruzzo

roseto_incidente_borsacchioRoseto. “L’ennesimo incidente che vede coinvolto, purtroppo con esito mortale, un ciclista, sulle strade della provincia di Teramo porta a chiedersi quanto ci sia in questi episodi di fatalità e quanto, invece, sia ascrivibile all’inerzia delle amministrazioni sui temi della mobilità sostenibile e, in particolare, sulle azioni da porre in atto per favorire gli spostamenti di pedoni e ciclisti in ambito urbano e suburbano”. E’ quanto denuncia il CCiclAT – Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano – commentando l’incidente mortale che ha coinvolto, Guido Reggi, pensionato rosetano, che in sella alla sua bicicletta percorreva la ss 16 all’altezza di località Borsacchio. di Roseto degli Abruzzi.

“La nostra Regione – continua il CCiclAT – non ha una legge sulla mobilità ciclistica nè un progetto di rete ciclabile regionale, così come Province e Comuni, salvo rari casi, non hanno programmato interventi efficaci per favorire la mobilità dei ciclisti in ambito urbano. Mentre Regioni come la Puglia si apprestano ad approvare un apposita legge e si dotano di percorsi ciclabili e di norme per favorire la circolazione dei ciclisti nelle città, in Abruzzo si ritiene che l’uso della bicicletta sia una cosa estemporanea, dedicata solo a pochi sportivi e non suscettibile di ricadute positive sull’ambiente e sul tessuto sociale. Le numerose vittime della strada – ciclisti e pedoni in testa – spesso sono il frutto di mancate scelte degli Enti e delle Amministrazioni – denuncia il Coordinamento – Enti e Amministrazioni che hanno la responsabilità morale della perdita di vite umane, quando questa è dovuta alla mancanza di progettualità e di provvedimenti che, spesso, non comportano neanche impegni finanziari notevoli, ma solo un po’ di buona volontà. Piani del traffico ben studiati, istituzione di zone 30, realizzazione di piste e percorsi ciclopedonali, politiche per l’utilizzo del mezzo pubblico e dell’iterscambio modale, sono tutti provvedimenti che hanno preso piede in molte città italiane, mentre in Abruzzo siamo all’anno zero. La famosa “Ciclovia Adriatica”, che dovrebbe unire Ravenna a Santa Maria di Leuca, proprio in Abruzzo trova alcune delle interruzioni maggiori, una delle quali, guarda caso, proprio nel Comune di Roseto degli Abruzzi, dove è accaduto l’incidente mortale. Anche città dotate di piste ciclabili, quali Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova, ecc., non riescono a mettere in rete le strutture esistenti non preoccupandosi di coordinare gli interventi di pianificazione con quelli relativi alla mobilità, con il risultato di avere un sistema frammentato di mobilità ciclistica con spreco di risorse ed inefficienza degli interventi. Anche la corsia ciclabile sul nuovo ponte sul fiume Tronto, tra San Benedetto del Tronto e Martinsicuro, è inutile se non collegata ad una rete ciclabile più estesa, visto che il ciclista dovrebbe, comunque, percorrere la pericolosissima statale 16, in un punto (vedi svincoli di San Benedetto – Porto d’Ascoli) ad alta densità di traffico”
Il Coordinamento, quindi, chiede a tutti gli enti e amministrazioni, a qualsiasi livello, di attivarsi per “approvare finalmente la legge regionale sulla mobilità ciclistica e mettere in atto azioni concrete per favorire l’uso quotidiano della bicicletta, evitando, così, che la lista delle vittime dell’inefficienza e della noncuranza si allunghi ancora”.

 

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