Cirsu, un’occasione per tutta la Regione Abruzzo

cirsuE’ l’unico polo tecnologico interamente pubblico presente sul territorio regionale. Sabato scorso l’inaugurazione dei nuovi impianti, al termine di un piano industriale con un investimento di circa 6milioni di euro.

Una nuova era è dunque iniziata in materia di recupero di rifiuti. Si passa dallo smaltimento incondizionato degli anni passati al recupero quasi totale nell’ambito di un processo definito “rifiuti 0”. Nel 2009 l’impianto di Grasciano era praticamente fermo e negli ultimi tempi aveva funzionato a singhiozzo.

Ma grazie ad una politica attenta, portata avanti anche dall’ex dirigente della Regione nel settore dei rifiuti, Franco Gerardini, è stato possibile compiere due passi fondamentali: il primo evitare il fallimento del Consorzio Intercomunale per i Rifiuti Solidi Urbani, il secondo fare in modo che il polo tecnologico potesse essere rilanciato con un piano di investimenti mirato.

Alla fine il risultato è arrivato. Gerardini, peraltro, è stato il papà del Cirsu. Ne è stato in qualche modo il fondatore, e ha ricoperto nei primi tempi anche la carica di presidente del consorzio. L’impianto è tornato a funzionare. Darà risposte importanti al territorio provinciale ma anche all’intero Abruzzo. Niente più “turismo dei rifiuti”, inviati in altre strutture con un aggravio di costi per le comunità.

Oggi, ad esempio, portare i rifiuti a Grasciano dove verranno immessi nel sistema di recupero, ha un costo di 129 euro a tonnellata. I Comuni consorziati, con la chiusura dell’impianto, in passato hanno dovuto conferire il materiale di risulta altrove, spesso in strutture di privati, arrivando a pagare anche oltre 215 euro a tonnellate con un aggravio non di poco conto sulla Tassa Rifiuti a carico dei cittadini.

Intanto, il 50 per cento della forza lavoro dell’ex Sogesa è stato riassorbito dalla nuova organizzazione del Cirsu. Il presidente del consorzio Angelo Di Matteo promette che si arriverà ad inserire nel ciclo lavorativo altri operai ex Sogesa, arrivando anche oltre il 70 per cento. Ma qualcuno resterà purtroppo fuori.

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