Pescara, crisi definitiva: Diodati lascia il Pd

Pescara. Si chiude con un’autosospensione la crisi aperta ormai da mesi tra il Pd pescarese e Giuliano Diodati, ex assessore della Giunta Alessandrini.

 

Partito come assessore al Bilancio quando Alessandrini fu eletto sindaco nel 2014, tra Diodati e il Partito Democratico si è rotto l’idillio lo scorso agosto, quando fu sacrificato nel rimpasto che ha visto Gianni Teodoro entrare nell’esecutivo comunale.

Alcuni mesi di “dissidenza” esterna, oggi l’annuncio con una nota inviata ai segretari cittadino, provinciale e regionale:

In seguito ad una lunga riflessione ho deciso di sospendermi dal Partito Democratico.

Ho assistito allo sgretolarsi dei principi democratici, del senso di comunità, appartenenza e coesione che dovrebbero essere le fondamenta di una qualsiasi organizzazione che si pone come obiettivo il bene comune. Vani i miei tentativi di far comprendere quanto tutto questo avrebbe portato il partito ad allontanarsi dalla sua base, dai cittadini, sempre più smarriti e amareggiati.

Ho servito questo partito dai banchi dell’opposizione, credendo nello spirito di gruppo. Ho contribuito a far tornare il PD al governo di questa città, convinto che avrebbe fatto la differenza. Ho assolto al mio ruolo di assessore cercando sempre il confronto, ascoltando le ragioni di ognuno, affinché le varie problematiche venissero affrontate e risolte con spirito costruttivo.

Quando si governa si hanno delle responsabilità dalle quali non si può prescindere. Quando si ricopre un ruolo elettivo lo si fa perché ti hanno dato fiducia e quella fiducia non va mai tradita, il mio imbarazzo davanti a coloro i quali avevano espresso fiducia a me e di conseguenza a questo partito. Un partito è fatto di tante persone, nasce e vive di collegialità, guidato da principi comuni e obiettivi condivisi. Quando tutto questo viene meno si accetta una gestione padronale che nulla ha a che fare con la leadership.

Un leader alla guida di un partito ha la funzione di guidare! Un leader apprezza e incoraggia il lavoro del gruppo. Non impone ascolta non è arrogante ma umile.

Quanto scritto in coerenza con i miei principi a chiarimento del venir meno delle ragioni della mia permanenza in un partito così gestito !

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