Demoricostruzione, Montesilvano approva la delibera: protesta l’opposizione

Montesilvano. E’ stata approvata a maggioranza dal Consiglio Comunale di martedì scorso la Delibera del Consiglio Comunale di Montesilvano di modifica al cosiddetto Decreto Sviluppo.

“Da ora in avanti dunque si potranno godere delle misure incentivanti anche la demolizione, ricostruzione e ampliamento di nuova edificazione realizzata all’interno dei piani particolareggiati del vigente piano regolatore”, riferisce la consigliera comunale Pd Romina Di Costanzo, che afferma: “In nome della rigenerazione urbana, si potrà godere di una premialità incentivante del 50% anziché del 40% come previsto dalla Delibera del 2016, che aveva rimodulato i casi di esclusione, prevedendola possibilità di estendere anche ai piani particolareggiati o attuativi e PUE”.

La Delibera non ha incontrato il favore delle opposizioni che hanno apertamente cercato di contrastare la stessa, chiedendo tra l’altro il rinvio della discussione al prossimo Consiglio Comunale, previsto tra una settimana, in modo da vagliarla ulteriormente. L’emendamento proposto dal capogruppo del M5S Gabriele Straccini non ha trovato accoglimento, aprendo un muro contro muro tra maggioranza e opposizione. Il pentastellato ha criticato la bontà della delibera, ricordando la “proposta dei cinque stelle, che fu accolta dal Sindaco Maragno riducendo dal 50% al 40% le cubature, prevedendo l’esclusione di alcune zone della città”.

Inoltre, “rispetto alla rigenerazione urbana – fa notare Straccini– quando un edificio viene abbattuto e ricostruito, solitamente viene considerato una nuova costruzione, invece in questo modo sarà considerata una ristrutturazione e consentirà di accedere al bonus 110, ancora una volta un modo per agevolare a Montesilvano i costruttori”.

In Consiglio, oltre ai 5 stelle, hanno espresso parere negativo anche i democratici, evidenziando che “se è vero che è un modo per non consumare suolo, è evidente che la città ne risentirà in termini di servizi, già ad oggi sottodimensionati”.

Di Costanzo, nell’intervenire a nome del gruppo Pd, ha dichiarato: “Nel 2013, il Comune di Montesilvano, in accoglimento al cosiddetto Decreto Sviluppo, aveva escluso dalle misure incentivanti anche la demolizione, ricostruzione ed ampliamento della nuova edificazione, prevista all’interno dei piani particolareggiati o attuativi, compresi i PUE del vigente PRG. Secondo la delibera 2366, trascorso un decennio dall’entrata in vigore della norma è opportuno estenderla norma allo sviluppo del territorio per incrementare l’economia del paese. Stando al nuovo dettato normativo la ristrutturazione edilizia comprende incrementi di volumetria per favorire la rigenerazione urbana”.

“Ora – fa notare la consigliera – se non c’è una definizione univoca di rigenerazione urbana (come recita la delibera), a noi pare che con essa si intende attività di riqualificazione e recupero di una parte del territorio degradato, abbandonato, dismesso o sottoutilizzato. Non ci pare affatto che la qualità e rigenerazione urbana debba coincidere solo con l’aumento della densità edilizia”.

“Diverse sono le evidenze nella nostra città di inadeguatezza dell’incremento dell’attività edilizia limitata al solo lotto fondiario”, continua Di Costanzo, “Non sono rari i casi di demolizione di casette ad uno o due piani con giardino, per realizzare palazzi multipiano, sulla stessa rete stradale senza marciapiedi, senza parcheggi pubblici, alberi e spazi di verde pubblico. Non possiamo nasconderci dietro il consumo zero di suolo e operazioni di greenwashing per incrementare l’edilizia energeticamente efficientata ma poi insostenibile per carenza di infrastrutture, servizi e viabilità adeguate”.

“Cerchiamo di non teorizzare l’aumento di cubatura con la riqualificazione urbana, in quanto facilmente confutabile in città in considerazione del diffuso degrado urbano delle aree trasformate negli ultimi anni senza qualità urbana e adeguati standard urbanistici e del numero degli alloggi invenduti, sfitti e deprezzati. L’orientamento irrinunciabile deve essere quello di una città sostenibile, in cui il benessere sociale e la qualità ambientale aumentano il valore economico degli immobili della città, in quanto fondano su una nuova cultura urbana nella quale ogni intervento privato contribuisce ad incrementare il valore dello spazio pubblico e dunque anche il proprio valore e quello dell’intera città”, conclude Di Costanzo,

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