Delibera ritirata sul parco 8 Marzo e consiglio comunale chiuso: bagarre in Aula a Pescara

Pescara. Bagarre, ieri, nell’aula del consiglio comunale di Pescara, incentrata sulla delibera – presentata e poi ritirata dalla maggioranza – per la costruzione di un presidio sanitario al posto dell’attuale parco 8 Marzo di San Silvestro.

Una delibera contestata anche con la presenza in aula di molti residenti della zona coinvolta, sull’onda di quanto avviene nel parco di via della Fornace Bizzarri.

“Il centrodestra pescarese, partendo dal presidente del Consiglio, si è reso protagonista di una pagina nera della storia del Consiglio Comunale”, affermano i gruppi consiliari di opposizione, “Incerti sulle loro stesse scelte amministrative, spaventati dalla partecipazione dei cittadini presenti in aula e dal dibattito che sarebbe scaturito sui due ordini del giorno che abbiamo presentato per dare una svolta alle battaglie dei cittadini a difesa dei parchi 8 marzo, via Fornace Bizzarri e via Santina Campana, che la giunta Masci ha deliberato di demolire, il presidente del Consiglio Comunale e i silenti consiglieri del centrodestra hanno impedito che l’aula svolgesse regolarmente il suo lavoro, chiudendo la seduta senza consentire la discussione degli ordini del giorno regolarmente depositati dalle minoranze”.

“Un atto prepotente, arrogante, antidemocratico e illegittimo, palesemente contrario al regolamento del Consiglio Comunale, mai avvenuto nella storia dell’aula pescarese”, affermano i consiglieri comunali di minoranza Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista Sclocco Sindaco, Città Aperta, Azione, che hanno “chiesto immediatamente di essere ricevuti dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo, che ringraziamo per aver prontamente accolto la nostra richiesta di incontro, al quale abbiamo esposto l’avvenimento gravissimo nella condotta e nella regolarità del Consiglio Comunale”.

“Ci dispiace per la oscena figura che un centrodestra sempre più spaventato ha fatto fare all’istituzione comunale, che merita evidentemente una classe dirigente ben più autorevole e che non nasconda per un anno intero, come avvenuto per il parco 8 marzo, gli atti per poi tirarli fuori sotto scadenza e attaccare i cittadini e le opposizioni colpevoli di non voler essere sudditi”, conclude l’opposizione, che dai propri banchi ha urlato parole come “fascista” e “dittatore” al Presidente del consiglio comunale, Marcello Antonelli, che ha motivato la chiusura della seduta con l’inutilità di una discussione di ordini del giorno su una delibera ritirata.

 

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