Penne, i riti della Settimana Santa e il ‘Cristo di pezza’

Penne. Le tradizioni e i riti della Settimana Santa racchiusi nell’evento ‘Consummatum est’, dove si potrà anche ammirare l’antico ‘Cristo di pezza’.

L’iniziativa, organizzata dalla società di promozione turistica di Penne, ‘CAPTurE’, in collaborazione con il Comitato Venerdì Santo Penne, l’Arcidiocesi Pescara-Penne e il Comune, si terrà sabato 24 e domenica 25 marzo nel Palazzo ex-Tribunale, dalle ore 9.30 alle18.30, a Largo San Giovanni Battista.

Questa mattina in Provincia, alla presenza dell’assessore Gilberto Petrucci, è stata presentata la manifestazione.

Attraverso un percorso espositivo, allestito all’interno dell’ex convento della Dame di Malta (oggi sede del Tribunale), sarà possibile immergersi nell’atmosfera della storica Processione del Cristo Morto di Penne, tra le più antiche della regione e d’Italia, istituita ufficialmente nel 1570.

Nell’occasione, sarà possibile ammirare il ‘Cristo di pezza’, antico simulacro del Cristo morto, realizzato in stoffa, protetto e custodito per secoli all’interno dello stesso convento dalle monache gerosolimitane dell’Ordine di Malta.

Recuperato più di venti anni fa e in seguito restaurato, è stato per poco tempo in mostra nel Museo Civico Diocesano di Penne, poi chiuso a causa del terremoto del 2009, e in occasione di questo evento tornerà a essere esposto.

Il Cristo di pezza è un simulacro realizzato interamente in stoffa, conservato per secoli in una pregiata urna di legno e vetro, nella chiesa di San Giovanni Battista dalle monache di Malta, unico ordine cavalleresco al femminile che a Penne gestiva l’omonimo monastero in cui la chiesa era inglobata.

Le suore Gerolosomitane erano il ramo femminile dell’ordine dei Cavalieri di Malta, nato per difendere la fede cristiana e offrire ospitalità ai pellegrini che si recavano in Terra Santa. Erano a Penne dal 1230 per assistere infermi e derelitti.

Si narra che la priora del convento, una volta ultimati i lavori della chiesa e arrivati alla vigilia solenne della consacrazione, volle dare a questo Cristo di pezza una sistemazione e una venerazione più degne nel più prezioso degli altari.

Ma nel momento in cui lei e le altre consorelle presero il Cristo dall’urna originaria, sulla città di Penne si scatenò un violentissimo temporale e tutte le religiose persero la vista. Soltanto una monaca anziana e malata, che attendeva la morte nella sua cella, ebbe la forza di alzarsi e di andare in soccorso di tutte le altre. Da quell’istante il cielo tornò a rischiararsi e tutte le monache riacquistarono la vista. Per tutta la città di Penne si sparse la voce insistente del miracolo, fino all’intervento del vescovo che riportò nella sua teca la sacra immagine del Cristo.

Grazie alle credenze e alla tradizione popolare che si è tramandata nel tempo, la leggenda che accompagna questa particolare opera di arte sacra è arrivata fino ai giorni nostri.

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