Tragedia Rigopiano, ripartito il processo: al centro la perizia

È ripartito con un robusto appello di tutte le parti interessate il processo per la tragedia di Rigopiano del 18 gennaio 2017 quando 29 persone hanno perso la vita all’interno del resort.

E’ piena l’Aula udienza del tribunale di Pescara al cospetto del Gup Gianluca Sarandrea per la prima delle tre udienze consecutive. Al centro, la superperizia elaborata dagli esperti del Politecnico di Milano, relativa alle cause della tragedia e, in particolare, alla sussistenza o meno di un nesso di causalità tra le scosse di terremoto che si registrarono quel giorno e la valanga.

Sono 30 gli imputati, 29 persone fisiche e una società, per reati che a vario titolo vanno disastri colposi, omicidio e lesioni colpose, abuso d’ufficio e falso ideologico. Compatta anche la presenza del comitato dei familiari delle vittime e della Procura pescarese, con il Capo Giuseppe Bellelli a supportare il pm incaricato delle indagini Andrea Papalia.

La speranza raccolta tra molti presenti è quella che il processo raggiunga la necessaria accelerazione per chiudere entro l’anno la fase dibattimentale.

“Ci siamo sentiti dire che ‘non sarebbe possibile escludere’ l’incidenza del terremoto sulla valanga, e così si può parlare di percentuali: questo discorso delle percentuali non ci è piaciuto affatto, perchè ci riporta alla sentenza choc dell’Aquila”, ha detto all’Ansa il padre di una delle 29 vittime. “Ci siamo anche sentiti dire che la strada per Rigopiano sarebbe dovuta essere pulita, che la provincia avrebbe potuto chiamare l’Anas ecc., ma tutte queste cose le sappiamo già, c’è stata una catena di errori e ce lo confermano 4 esperti. Certo è che criteri e percentuali ci riportano all’Aquila e questo ci preoccupa”.

La valanga che ha colpito il resort di Rigopiano, secondo i periti nominati dal Tribunale di Pescara, ha una incidenza che in un arco di tempo che va dai 30 a i 300 anni si avvicina di più ai 30 anni, cioè può accadere di nuovo in un tempo più breve.

Per il perito Claudio Di Persio l’area del resort era a tutti gli effetti una zona rossa se non blu, grado di pericolosità superiore.

Quanto al peso delle scosse di terremoto, i periti hanno confermato quanto scritto nella perizia e cioè che un sisma a 100 km può avere degli effetti, così come su quella massa nevosa altri 10 cm di neve avrebbero potuto provocare il distacco. Al momento delle scosse del 18 gennaio l’epicentro era a 50 km mentre quei 10 cm di neve in più si sono accumulati nelle ore successive e non in concomitanza con le scosse. Da ciò quindi la cautela dei periti nel collegare i due eventi, senza però poterli escludere del tutto.

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