Pescara, falsificò opere di Pistoletto: gallerista abruzzese condannato

“L’arte è l’espressione alta e profonda della società. Il falso è speculazione economica. Forse, a chi ha contraffatto le mie opere era successo qualcosa di grave: solo così si piega una cosa così tremenda”. Lo ha detto oggi a Torino l’artista biellese Michelangelo Pistoletto, pittore e scultore, commentando l’operazione dei carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale (Tpc) che ha portato al sequestro di 115 sue opere contraffatte.

Si tratta, in particolare, di ‘Frattali’, lavori caratterizzati da grafici e numeri impressi su vetro.

Per aver falsificato e venduto le opere, il gallerista abruzzese Cesare Manzo è stato condannato dal Tribunale di Pescara a due anni e due mesi di carcere.

L’inchiesta era partita nel 2014, dopo la denuncia dello stesso Pistoletto. “Mi avevano segnalato che, sul mercato, c’erano opere che non avevo mai firmato – spiega l’artista – Chi ha falsificato, ha approfittato della mia fiducia. Non mi era mai capitato. Quel gallerista, con cui ho fatto anche cose interessanti, forse aveva dei debiti – conclude -. È probabile che gli sia successo qualcosa di grave per aver fatto una cosa così tremenda”.

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