Bussi, dopo 11 anni via 112mila metri cubi di rifiuti dalla discarica

Bussi. Il Ministero dell’Ambiente ha chiuso la Conferenza dei servizi decisoria per l’esame del progetto presentato da Edison per la discarica Tre Monti a Bussi nel Sito nazionale di Bonifica, approvando la rimozione di 112.000 metricubi di rifiuti e un progetto sperimentale di bonifica dei terreni sottostanti pesantemente inquinati da pericolosi solventi clorurati.

Il Decreto segue quanto deciso nelle riunioni preparatorie in cui si era concordata la necessità di rimuovere tutti i rifiuti nonostante le resistenze di Edison.

Si procederà in questo modo:

  1. subito rimozione completa dei rifiuti nell’area Sud;
  2. nell’area Nord avvio di un progetto pilota di desorbimento termico per la bonifica dei terreni sottostanti i rifiuti pesantemente inquinati a causa delle sostanze pericolose percolate dai rifiuti sovrastanti. Questa fase non prevede la rimozione dei rifiuti sovrastanti al fine di mantenere le misure di messa in sicurezza d’emergenza come il capping ormai installate;
  3. rimozione dei rifiuti anche nella parte Nord in ogni caso, sia che abbia funzionato il desorbimento termico sia che non abbia dato i risultati sperati.

“Il Ministero”, spiega il Wwf in una nota, “ha approvato la rimozione dei rifiut”, a condizione che siano rispettate alcune prescrizioni che vanno dalle azioni da coordinare con Strada dei Parchi SpA nelle aree di proprietà di quest’ultima incluse nella discarica alle modalità del piano di campionamento dei rifiuti e l’attribuzione dei codici CER da concordare con ARTA Abruzzo, dalla caratterizzazione del fondo e delle pareti degli scavi post rimozione dei rifiuti con prosecuzione della bonifica al ripristino dei piezometri sigillati durante i lavori di rimozione. Questa parte dei lavori, relativa alla zona sud della discarica, dovrebbe riguardare circa 130.000 a 112.000 mc di materiali, a fronte dei 130.000 complessivi, comprese le parti di competenza di Strada dei Parchi. Il Ministero ha anche approvato il progetto pilota che prevede la bonifica nell’area nord della discarica attraverso il cosiddetto desorbimento termico. Fermo restando che se l’esperimento non dovesse funzionare”

“Si dovrà procedere – recita il decreto – immediatamente alla rimozione dei rifiuti anche nell’are nord”. Se invece la bonifica termica dovesse funzionare, si potrà procedere alla rimozione dei rifiuti al termine del citato intervento. L’applicabilità del desorbimento termico a un più vasto perimetro della discarica dovrà essere invece valutato più in là, dopo aver verificato, appunto, l’esito della prova-pilota”.

“Non è stato approvato, invece”, riferisce il Forum abruzzese per i diritti dell’acqua, “il progetto generale di desorbimento termico da applicare da subito sui terreni in tutta l’area Nord in quanto la valutazione deve essere subordinata alla verifica dell’efficacia del progetto pilota”.

Per il Forum H2O si tratta di “un risultato storico che ripaga oltre un decennio di lotta, a partire dal sequestro dell’area avvenuto a marzo 2007 da parte del compianto comandante Guido Conti, un’azione che ha cambiato letteralmente la storia della Regione.

“Ci sono ancora alcune criticità progettuali da risolvere ma è passata la linea di rimuovere i rifiuti e trattare i terreni inquinati sottostanti”, conclude l’associazione ambientalista, “sicuramente resta l’amaro per il disastro ambientale che abbiamo sotto gli occhi, per l’omertà e i ritardi clamorosi indegni di un paese civile e per la distribuzione per decenni di acqua contaminata da cancerogeni a 700.000 persone come accertato dall’Istituto Superiore di Sanità. Ricordiamo che i pozzi inquinati furono chiusi nel 2007 solo grazie al lavoro degli attivisti che si presero una responsabilità enorme nel denunciare quanto stava accadendo prima ancora dell’intervento dell’Istituto Superiore di Sanità e delle altre autorità!”.

“Si tratterà ora di fare in modo che chi è chiamato a operare per rimozione e bonifica, cioè Edison, si attivi immediatamente per concretizzare quanto disposto dalla Conferenza e ora autorizzato dal Ministero. “Ma – osserva il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – a 11 anni dall’avvio dell’inchiesta e dopo una lunghissima e non ancora conclusa vicenda giudiziaria, anche a fronte di questi ultimi provvedimenti essere ottimisti appare francamente difficile”.

“Il 28 settembre prossimo – ricorda invece l’avvocato Tommaso Navarra che rappresenta il WWF sin dall’inizio di quello che è passato alla storia come il processo di Bussi- è prevista in Cassazione la discussione sul ricorso contro la sentenza della Corte d’Appello di L’Aquila. Se, come ci auguriamo, i provvedimenti saranno confermati, si potrà mettere la parola fine all’accertamento giudiziario e finalmente poggiare su terreno sicuro le bonifiche e i risarcimenti”.

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