Pescara, 9mila euro di Tares: la furia dei commercianti esplode in Comune

Pescara. Più di cento esercenti infuriati fanno tremare la sala del consiglio comunale. Al centro dell’animata assemblea di oggi pomeriggio le tariffe Tares: alcuni operatori obbligati a pagare fino a 9mila euro. Filippello: “Con la Iuc andrà meglio”.

C’è chi si ritrova a pagare 9mila euro di Tares per il proprio bar, chi è infuriato per il divario tra le tariffe in proporzione molto più basse per i grossi centri commerciali, tant’è che la tassa sui rifiuti ha scontentato quasi tutti gli esercenti pescaresi. Erano circa 150, tra ristoratori, baristi e titolari di pescherie e fruttivendoli, quelli riuniti oggi pomeriggio nella sala del consiglio comunale, dove sono stati ricevuti in assemblea dall’assessore alle Finanze Massimo Filippello, affiancato dai consiglieri comunali Armando Foschi, Vincenzo D’Incecco, Nico Lerri, Roberto Carota e Fausto Di Nisio e dal direttore generale di Attiva Spa Massimo Del Bianco.

Un incontro che ha visto Palazzo di Città tremare a causa della potente dimostrazione di sdegno dei commercianti, ben poco contenuta dalle giustificazioni di Filippello: “Comprendiamo il disagio di quegli operatori commerciali che di fatto si sono visti recapitare cartelle con forti aumenti, ma il problema è che la legge, con il Decreto Ronchi, ci ha imposto, dal 2013, la copertura del 100 per cento del costo del servizio rifiuti”.
“Per il 2014”, ha cercato di calmare le acque l’assessore, “ci sarà il nuovo tributo, lo Iuc, che comprenderà il tributo del rifiuto, i servizi e la tassazione dell’Imu, e il Comune potrà pensare di rivedere e modificare le attuali aliquote, attraverso la misurazione dei locali in funzione della qualità media dei rifiuti producibili.

Attualmente, la legge per ciascuna categoria ha previsto un’aliquota minima, media e massima, mentre è stato il Consiglio comunale che ha optato per applicare a tutte le utenze, domestiche e non, l’aliquota media. In aula, oggi, c’erano a protestare quegli operatori che, con la Tares, hanno visto salire il proprio tributo perché fanno parte delle sei categorie commerciali, sulle 30 previste dalla legge, alle quali per legge sono state applicate aliquote maggiori perché potenzialmente producono più rifiuti. “Oggi”, commenta Filippello, “ovviamente i commercianti più penalizzati ci chiedono di rivedere le aliquote, contestando la scelta dell’amministrazione di aver determinato tariffe più basse per le famiglie, che rappresentano il 52 per cento dei contribuenti, e tariffe più alte per i commercianti, che sono il 48 per cento dei contribuenti, e ci chiedono una revisione dell’imposta con lo Iuc”.
Ma intanto sono in tanti a dover sborsare quasi “20 milioni delle vecchie lire”, come ha ricordato uno degli animosi presenti, e a chi già vive una crisi troppo lunga da sopportare, non basta sentirsi dire: “La verità è che Pescara aveva la tariffa Tarsu più bassa d’Italia, ma comunque paradossalmente la Tares ha determinato per alcuni una riduzione dell’imposta da versare. Resta fermo che le tariffe sono state determinate dal Consiglio comunale che ha avuto sei mesi a disposizione per assumere le proprie decisioni. Tuttavia nei prossimi giorni promuoveremo un nuovo incontro per sentire le proposte degli operatori commerciali sulla futura Iuc”.

 

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