Pescara, Tares: un nodo che strozza. La Cna vuole la negoziazione

Pescara. Artigiani e piccoli imprenditori pescaresi sul piede di guerra contro la Tares: chiesto un tavolo tra le associazioni datoriali e il Comune per rinegoziare la tassa sui rifiuti. La Cna si rivolge al Prefetto.

Subito l’apertura di un tavolo tra il Comune di Pescara e le associazioni d’impresa sul “nodo Tares”, per arrivare alla rideterminazione degli importi e a una loro significativa rateizzazione. Con la richiesta, al prefetto Vincenzo D’Antuono, di far sentire la propria voce autorevole per una positiva soluzione della vicenda, nella citta’ capoluogo e negli altri centri piu’ grandi della provincia. Lo chiede la Cna di Pescara, secondo cui “desta davvero viva preoccupazione la vera e propria aria di ‘rivolta’ che serpeggia in piu’ parti della citta’, e ampiamente documentata dai mezzi di comunicazione, contro il pagamento della tassa sui rifiuti da parte soprattutto di commercianti, artigiani e piccoli imprenditori”.

A detta dell’associazione degli artigiani pescaresi presieduta da Riccardo Colazilli, “il micidiale ‘uno-due’ sferrato sul volto delle imprese, a poche settimane dal pagamento di rate Imu raddoppiate rispetto alla vecchia aliquota Ici, attraverso avvisi di pagamento sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti ora triplicata, richiede buon senso da parte delle istituzioni. Oltretutto, in presenza di centinaia di errori materiali che hanno aggiunto al danno anche la rabbia di chi deve sottoporsi a file chilometriche per far valere le proprie ragioni”.

La Cna chiede dunque un intervento immediato per una positiva soluzione del problema, anche attraverso la mediazione del prefetto, con l’obiettivo dichiarato di arrivare alla sospensione del pagamento, alla convocazione di un tavolo di concertazione, a una significativa rateizzazione degli importi: “Anche perche’ – dice ancora – a fine febbraio scada la data fissata con Equitalia per il pagamento, in unica soluzione, senza interessi e sanzioni, di cartelle esattoriali da ‘rottamare’. E siccome, notoriamente, i soldi nelle tasche delle imprese non si moltiplicano, tanti piccoli imprenditori saranno costretti a scegliere cosa pagare. Magari diventano nuovi contribuenti morosi per la Tares”.

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